Per tre giorni (dal 7 al 10 luglio) chiese, piazze, parrocchie e musei di Torino sono stati festosamente invasi dal popolo di Taizé: in particolare la notte tra sabato 9 e domenica 10, è stata denominata la “Notte bianca della fede” con migliaia di giovani arrivati da ogni parte d’Europa (e non solo) che si sono ritrovati in città per vivere e condividere la loro fede.
“Sulle orme dei santi sociali piemontesi”
Scrive l’inviato di Famiglia Cristiana (11 luglio) a Torino: “Alternano il canto a momenti di silenzio, girano, a piccoli gruppi, per il centro cittadino, sulle orme dei santi sociali piemontesi (Cottolengo, Giovanni Bosco, Pier Giorgio Frassati, ecc ndr), si fermano davanti alle opere d’arte sacra, si mettono in fila, in Duomo, per sostare un istante davanti alla Sindone (il lenzuolo che, secondo la tradizione, avvolse il corpo di Gesù dopo la deposizione dalla croce e che solo in circostanze particolari viene esposto alla contemplazione dei fedeli)”.
Pellegrinaggio di Fiducia sulla Terra
La “notte bianca della fede” è stata il momento culminante del 44esimo Pellegrinaggio di Fiducia sulla Terra, organizzato a Torino dalla comunità ecumenica di Taizé. Un’edizione “fuori stagione”, visto che di solito gli appuntamenti di questo genere si tengono nel periodo di capodanno.
2500 ragazzi e ragazze
Più volte rinviato a causa dell’emergenza pandemica (inizialmente avrebbe dovuto svolgersi dal 28 dicembre al 1° gennaio 2021), il raduno è stato contenuto nei numeri, ma quanto mai denso di messaggi. Davanti alla tragedia di una guerra nel cuore dell’Europa, 2.500 ragazzi e ragazze (di cui 1.000 giunti dall’estero) hanno dimostrato, nei fatti, che è possibile camminare nella pace e costruire una strada comune, rispettando e valorizzando le diversità.
Le Chiese cristiane presenti
Come nella tradizione di Taizé, all’incontro hanno partecipato esponenti di numerose chiese cristiane: cattolici, ma anche luterani, valdesi (storicamente radicati in Piemonte) e ortodossi di diverse appartenenze.
Il vescovo e la Sindone
Mons. Repole vescovo di Torino, ha presieduto forse il momento più toccante dell’intera notte: una preghiera davanti alla Sindone. Il vescovo ha invitato ad un momento di contemplazione silenziosa e poi ha esortato a “leggere” nei segni riconducibili alle piaghe sul corpo Cristo sofferente la loro capacità di lenire le piaghe del cuore di ogni uomo.
“Ci lasciamo toccare dall’amore di Cristo”
“Sostiamo un istante in preghiera davanti al Telo sindonico - ha detto mons. Repole - e ci lasciamo toccare dall’amore di Cristo. Abbiamo questa sera la possibilità straordinaria di sostare davanti al Telo sindonico che ci fa sporgere ancora una volta sulla Via Crucis percorsa da Gesù e sul Golgota nel quale, all’ora nona, il Signore ha trovato la morte per mano della violenza e della insipienza degli uomini. E abbiamo perciò stesso la possibilità di contemplare».
“Le piaghe di Cristo ci comunicano salvezza”
“Le piaghe di Cristo che ci comunicano salvezza, che ci donano vita piena e senza fine. ‘Dalla sue piaghe siete stati guariti’ dice l’apostolo. Davanti a questa misteriosa immagine che ci rimette a contatto con il Cristo sofferente che ha donato la sua vita per noi, possiamo sperimentare, nel silenzio della preghiera, che le piaghe del signore leniscono le nostre piaghe”, ha concluso il vescovo di Torino (vocetempo.it, 11 luglio).