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Papa Francesco tende la mano alla Cina

POPE AUDIENCE

Il Papa con fedeli e sacerdoti cinesi in Piazza San Pietro

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 06/07/22
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Intervistato dalla Reuters, il pontefice sostiene che l’accordo provvisorio per le nomine dei vescovi cinesi “va bene” e si augura che venga rinnovato

Per papa Francesco l’Accordo Provvisorio tra Vaticano e Cina stipulato nel 2018 «va bene», e spera che possa essere rinnovato il prossimo ottobre. Lo ha spiegato nell’intervista rilasciata a Phil Pullella dell’agenzia Reuters.

L’ultima parola suoi vescovi spetta al Papa

Come si ricorderà, grazie all’Accordo Provvisorio siglato nel 2018, il cui testo è al momento riservato, si è sanata la situazione della Chiesa cattolica in Cina riportando nella piena comunione con Roma i vescovi nominati senza il mandato papale. L’Accordo, che prevede un percorso condiviso per arrivare alla nomina dei nuovi vescovi, lascia al Pontefice l’ultima parola.

POPE FRANCIS GENERAL AUDIENCE

“Il migliore diplomatico della Santa Sede”

Come risulta dalla trascrizione dell’intervista, Papa Francesco ha difeso l’accordo e ha innanzitutto espresso apprezzamento per il ruolo svolto dal cardinale Segretario di Stato: «Chi porta avanti questo accordo è il cardinale Parolin che è il migliore diplomatico della Santa Sede, un uomo di alto livello diplomatico. E lui sa muoversi, è un uomo di dialogo, e dialoga con le autorità cinesi. Credo che la commissione che lui presiede ha fatto di tutto per portare avanti e cercare una via di uscita e l’hanno trovata».

“Lentamente, “alla cinese””

Paragonando la situazione attuale a quella precedente al 1989, il Papa ha detto che la nomina dei vescovi in Cina dal 2018 procede lentamente, ma che ci sono dei risultati. «Si va lentamente, ma (dei vescovi, ndr.) sono stati nominati. Si va lento, come dico io, ‘alla cinese’, perché i cinesi hanno quel senso del tempo che nessuno li affretta». 

“Anche loro hanno problemi”

«Anche loro hanno dei problemi», ha aggiunto Papa Francesco, facendo riferimento ai diversi atteggiamenti delle autorità locali in Cina, «perché non è la stessa situazione in ogni regione del Paese. Perché anche (il modo di tenere i rapporti con la Chiesa cattolica, ndr.) dipende dai governanti, ce ne sono diversi. Ma l’accordo va bene e mi auguro che a ottobre si possa rinnovare» (Vatican News, 5 luglio).

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