Due preti cattolici sono tornati liberi in Nigeria (tra cui un italiano) dopo dei rapimenti e tentativi di rapimento andati a vuoto.
La liberazione di padre Silas
Aiuto alla Chiesa che Soffre ha dato notizia su Twitterdella liberazione di padre Emmanuel Silas, della diocesi di Kafanchan, stato di Kaduna (nord della Nigeria), uno dei tre sacerdoti cattolici di cui si era appreso il sequestro negli ultimi giorni. A proposito di padre Silas, Aiuto alla Chiesa che soffre ringrazia «tutti per la vicinanza» e, aggiunge, «non smettiamo di sostenere con la preghiera i suoi confratelli ancora nelle mani dei rapitori!».
La versione della Polizia su padre Brena
La stampa locale, inizialmente, ha riferito che la polizia ha soccorso e liberato anche un altro prete, padre Luigi Brena, italiano, che è risultato rapito in tutt’altra parte della Nigeria, presso Ogunwenyi, comunità di Usen nell'area del governo locale sud-ovest di Ovia, nello Stato di Edo (Ansa, 5 luglio).
La verità sul missionario dei Padri Somaschi
In un secondo momento si è appreso che il missionario 64enne veneto dei Padri Somaschi, si è liberato da solo durante un tentativo di rapimento (e non un rapimento vero e proprio) avvenuto domenica 3 luglio a Ogunwenyi. Quindi la liberazione non è avvenuta durante un blitz della polizia, come dichiarato in una nota dalle stesse forze dell’ordine.
“La polizia è arrivata molto dopo”
«Sono entrati in casa e volevano rapire padre Luigi ma lui è difeso attaccandosi alla ringhiera. Prima hanno cominciato a sparare colpi di armi da fuoco (vedi il video, ndr). Poi lo hanno picchiato e ferito con un coltello, gli hanno tagliato metà orecchio, quindi è stato ricoverato in ospedale. La polizia ha detto che sono intervenuti subito e lo hanno liberato. Non è vero, la polizia è arrivata molto dopo». Lo ha dichiarato al Sir padre José Antonio Nieto Sepulveda, Preposito generale dei Padri Somaschi, che ha sentito telefonicamente padre Luigi e i due religiosi nigeriani che vivono nella stessa comunità (Agensir, 5 luglio).