Avere dubbi su alcuni aspetti della dottrina della Chiesa mi rende “meno” cattolico? Per essere un buon fedele devo credere a tutto, senza mettere in dubbio nulla?
I dubbi sono parte integrante del cammino di fede, ma non ne sono un impedimento. La componente dottrinale della fede cambia continuamente nella nostra esistenza. Quello che è essenziale per la fede è continuare a dare fiducia a Dio, così da riuscire a perdonare fidandoci di lui, ad amare in modo nuovo, a pensare in modo nuovo.
I dubbi fanno parte necessaria del cammino di fede, ma non impediscono l’esercizio della fede. Essa infatti primariamente “consiste nell’abbandonarsi fiduciosamente a Dio prestando l’ossequio dell’intelletto e della volontà”, come ha scritto il Concilio Vaticano II nella Costituzione sulla Rivelazione (Dei Verbum, n. 5). Essenziale per la fede è continuare a dare fiducia a Dio in tutte le situazioni dell’esistenza, così da pervenire a pensare in modo nuovo, ad amare in modo nuovo, a perdonare fidandoci di lui ecc.
I modelli biblici della fede si distinguono non tanto per la conoscenza della verità, quanto per l’obbedienza a Dio, si caratterizzano per l’ascolto fiducioso della Parola di Dio e per il compimento della sua volontà. Così di Abramo si dice che ‘partì senza sapere dove andava’ (Eb 11, 8) e di Maria è scritto che pur non comprendendo le parole del Figlio le “conservava meditandole nel suo cuore” (cfr Lc 2, 50 s.) pronta sempre a ripetere: “eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38).
La componente dottrinale della fede è necessaria perché non possiamo agire senza pensare, ma il nostro pensiero consegue l’esperienza ed è mediato sempre dai modelli culturali che possono cambiare anche radicalmente con il passare dell’età, con le nuove scoperte scientifiche e con le esperienze accumulate lungo il cammino. Nessuno di noi, ad esempio, mantiene da adulto l’immagine di Dio che aveva da fanciullo o da adolescente o nella giovinezza. Per acquisire nuove immagini abbiamo dovuto necessariamente mettere in dubbio l’immagine precedente per poi sostituirla.
Non solo come dottrina ma anche come atteggiamento vitale, la fede è un processo personale e storico che richiede continui adeguamenti. Non si può quindi pensare che dinamiche significative in un certo periodo della propria esistenza o della storia, conservino la loro validità per sempre.
Infine la dottrina della fede non ha come oggetto la conoscenza della realtà di Dio, bensì la certezza vitale di un Dio conosciuto come ignoto. Il cammino di fede deve svolgersi nella convinzione che il nostro modo di interpretare l’esistenza umana e il mistero di Dio è sempre inadeguato e imperfetto. Come tale la nostra visione del mondo deve spesso entrare in crisi, essere attraversata da dubbi per essere aggiornata. Si può quindi testimoniare la propria esperienza di fede anche se si hanno dubbi circa i contenuti delle dottrine, che la esprimono. L’unica cosa che non deve venire meno è l’amore esercitato in tutte le situazioni nella certezza che nessuna “creatura ci può separare dall’amore di Dio in Cristo Gesù nostro Signore” (Rom 8, 39).