Chi ha assistito a una Messa di ordinazione sacerdotale sa che è lunga, solenne e bellissima. Tra i riti speciali, prima dell’ordinazione propriamente detta gli uomini che verranno ordinati si stendono a terra mentre tutti cantano le litanie dei santi. È il momento della prostrazione.
In latino, il termine significa semplicemente “chinarsi in avanti”. Simbolicamente, nel giorno dell’ordinazione questo atteggiamento del corpo è il segno della dedizione totale della vita a Dio.
Nella liturgia, i gesti realizzati hanno l’obiettivo di unire l’anima e il corpo in uno stesso sentimento.
Segno di umiliazione
“Preghiamo, cari fratelli e sorelle, Dio Padre Onnipotente perché colmi di questi doni i suoi figli che ha voluto chiamare”, dice il celebrante prima di iniziare la litania dei santi.
Mentre l’assemblea invoca tutti gli eletti che già vivono in Dio, potenti intercessori per far sì che gli ordinandi ricevano tutte le grazie necessarie al loro ministero, questi si umiliano, perché la consacrazione che seguirà sia un dono e non un potere, un servizio e non un privilegio. Un atteggiamento vissuto da Cristo nel Getsemani:
“E andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando e dicendo: ‘Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi’” (Mt 26, 39).
Mediatori tra la terra e il cielo
È Dio che crea i sacerdoti e dà loro la forza necessaria perché il comandamento dell’amore possa essere vissuto in tutto il mondo.
Questi uomini hanno risposto liberamente a una chiamata di Dio, ma sanno – e il loro corpo lo esprime – che sono mediatori tra la terra e il cielo.
Il loro aspetto allungato non rappresenta, per analogia, il cammino tra gli uomini e Dio?
Anche il diacono e il vescovo
Dato che il presbiterio (ovvero il sacerdozio) è un grado del sacramento dell’ordine, il rito della prostrazione si trova anche negli altri due gradi.
Anche il diacono e il vescovo, il giorno della loro ordinazione, pregano a terra durante l’invocazione dei santi.
Un seminarista diventato sacerdote il 25 giugno 2022 ricorda un “momento molto forte di abbandono al Padre” durante la sua ordinazione diaconale nel settembre scorso:
“Ci si trova da soli con Colui a cui si offre la vita e che è l’unico che può dare la grazia necessaria”.
“Se si è separati dall’assemblea a livello della vista, il suo canto unanime invocando lo Spirito Santo manifesta la preghiera di tutta la Chiesa, così preziosa per impegnarsi nel vertiginoso mistero del diaconato e poi del sacerdozio”.
Visto che in questi giorni molti sacerdoti abbelliscono la Chiesa con il dono della propria vita, facciamo nostra questa preghiera che conclude la litania dei santi e la prostrazione:
“Ascolta, o Padre, la nostra preghiera,
effondi la benedizione dello Spirito Santo
e la potenza il potere della grazia sacerdotale su questi tuoi figli;
noi li presentiamo a te, Dio di Misericordia,
perché siano consacrati e ricevano l’inesauribile ricchezza del tuo dono”.