Troviamo don Pietro nella "sua" chiesa, quella di Sant'Eustachio a Roma, dove per molti anni è stato parroco e dove ha iniziato la sua attività per i poveri, organizzando la mensa nella navata centrale della piccola chiesa, a due passi dal Senato della Repubblica. Lo avevamo lasciato qualche mese fa nel refettorio nuovo, a pochi passi dalla chiesetta, che discorreva amabilmente con i "suoi" poveri, di cui conosce il nome e le vicende, a dare indicazioni e a sorridere a tutti. Per tutti uno sguardo di affetto, per tutti un sorriso, lo ritroviamo - purtroppo - in carrozzella, sta poco bene e gli anni (86!) si sono affacciati per farsi sentire, ma il sorriso con cui ci accoglie è lo stesso.
Una campagna breve ma intensa
Aleteia ha raccontato nelle settimane di Quaresima, l'impegno, le storie di riscatto e di vita di tanti ospiti di don Pietro, chiedendo a voi lettori un contributo per aiutare questa opera meritoria. Raccolti i soldi, attesi gli ultimi ritardatari, una piccola delegazione guidata dall'imprenditore Flavio Zanarella, partner strategico di Aleteia, ha consegnato un assegno simbolico a don Pietro Sigurani che ci ha accolto con benevolenza e calore per alcuni minuti.
L'anziano sacerdote ci ha ringraziato, ma soprattutto ci ha lasciato un messaggio: "Il Vangelo non dice 'devi', dice 'puoi', non obbliga nessuno a far nulla, ma sull'Amore non transige, quello è il Comandamento" riferito al suo operato coi poveri. Gli occhi e il sorriso pieni di gioia e di vita, pieni dell'Amore per il prossimo a cui ha dedicato tutto se stesso e tutto il suo ministero sacerdotale "Tutti possono aiutare, perché tutti siamo chiamati da amare" ci dice infine prima del saluto.