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Bruno Pizzul: mettevo la Madonna sotto il cuscino e Gesù nella stufa

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 23/06/22
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Il popolare giornalista e telecronista sportivo racconta al settimanale "Maria con te" la fede vissuta da bambino con aneddoti inediti e divertenti

«Ho sempre avuto una particolare attenzione verso il culto mariano. Fino a quand’ero ragazzino, ma direi quasi adolescente, andavo a dormire con una statuina della Madonna sotto il cuscino e se non ce l’avevo non riuscivo a prendere sonno, mi faceva sentire al sicuro».  È una delle sorprendenti confidenze affidata da Bruno Pizzul, 84 anni compiuti lo scorso 8 marzo, una delle voci più amate dagli italiani per aver condotto le telecronache della Nazionale di calcio dal 1986 al 2002, al settimanale Maria con te, in edicola da giovedì 23 giugno.

La statuina di Gesù

«All’età di quattro anni», aggiunge Pizzul, «mi ricordo che, nel momento in cui a Natale mamma andò a prendere la statuina di Gesù per metterla nella mangiatoia, non la trovò: alla fine scoprì che la avevo messa nel forno della stufa perché non patisse freddo mentre aspettava di essere disposto nel presepe».

Il santuario del “cuore”

Nel corso della vita il suo slancio per Maria non è mai andato perso e ha avuto modo di manifestarsi anche durante le tante trasferte di lavoro di Bruno Pizzul: «Per la mia attività di cronista ho visitato numerosi santuari, come Lourdes e Fatima, ma mi è rimasto nel cuore quello della Vergine Nera di Czestochowa perché è un ambiente del tutto particolare, di una religiosità intensa». 

Il Rosario

E la preghiera non è mancata e non manca nella dimensione familiare: «Recito il Rosario fin da bambino. Al mio paese durante il mese mariano si partecipava tutti al Rosario delle 20. C’era un momento di fibrillazione fra noi ragazzini quando iniziava qualche partita di Coppa dei Campioni alle 20.30 ed era in corso questa orazione». 

La partita alla parrocchia 

«Sapendo della nostra impazienza - conclude Bruno Pizzul - alcuni sacerdoti acceleravano un pochino la recita delle decine, poi guardavamo tutti insieme la partita alla televisione della parrocchia. Un bel momento di condivisione. Oggi continuo a recitare il Rosario in casa con mia moglie e amici cari».

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