E’ una pietra dalle importanti proprietà curative: è lo zaffiro e santa Ildegarda, la monaca naturalista ne indica importanti usi. Ne parlano Chantal L. Raimondo e Marcello Stanzione in “Cristalloterapia e enneagramma - Le pietre di santa Ildegarda di Bingen applicate agli enneatipi” (Sguardo edizioni).
Da cosa deriva il colore dello zaffiro
Lo zaffiro è una varietà del minerale corindone, composto da ossido di alluminio. Il suo splendido colore è dovuto principalmente a tracce di ferro e titanio, ematite e rutilo. Alcune gemme possono presentare un fenomeno particolare, detto «asterismo», ovvero la presenza di inclusioni aghiformi che, colpite dalla luce, mostrano sulla pietra una stella a sei raggi.
Il trono di Dio
Nell’Esodo (24,10) il trono di Dio è lastricato di zaffiri blu, purissimi come la volta celeste; la stessa gemma è una delle dodici «pietre di fuoco» (Ezechiele 28,13-16), seconda della seconda fila, incastonata nel pettorale del giudizio di Aronne (Esodo 28,15-21). La pietra sappir è tradotta con zaffiro e nel pettorale di Aronne rappresenta la tribù di Zabulun.
La cataratta
Secondo Ildegarda, nella medicina naturale, uno zaffiro riscaldato è utile per le malattie degli occhi, in maniera specifica per la cataratta. Se qualcuno soffre per il dolore agli occhi, o se sono arrossati, è necessario bagnare la pietra con la saliva – a digiuno – e poi passare nella parte interna degli occhi il dito intinto in quella stessa saliva. Lo zaffiro fa scomparire completamente gli attacchi di gotta e spegne gli eccessi d’ira. È usato come antidolorifico e rinforzante del sistema nervoso. Riduce la febbre e la pressione ed è efficace nelle malattie intestinali.
La collera
«Se una persona è eccitata dalla collera, deve mettere uno zaffiro in bocca e la collera sparirà. (...) Se una persona desidera migliorare il proprio intelletto, essa deve mettere in bocca uno zaffiro a digiuno» (Ildegarda).
Mente e occhi
Lo zaffiro è davvero tra le pietre più belle e suggestive. Il senso della vista, come abbiamo avuto modo di vedere, è strettamente collegato alla capacità di giudizio. Il vedere degli occhi corrisponde al comprendere della mente e quindi le due facoltà sono, per Ildegarda, strettamente connesse. Di conseguenza, nella sua visione psicosomatica, ecco che una cattiva disposizione d’animo può tradursi in una diminuzione della capacità visiva. Lo zaffiro, in questo caso, diventa una pietra dalle ottime proprietà curative. Vediamo come poteva essere utilizzato, secondo le indicazioni della monaca, che teneva questa pietra in gran conto.
La pietra in bocca a digiuno
Un modo per recuperare serenità di giudizio e risolvere i problemi visivi era quello di tenere la pietra dura in bocca, ogni mattina a digiuno, per almeno mezz’ora. Già tale pratica aiuta a ravvivare la concentrazione e la capacità di giudizio. Allo stesso modo la pietra, inumidita con la saliva e passata sugli occhi, agiva restituendo nitidezza visiva ed eliminando eventuali infiammazioni su palpebre e congiuntiva.
Sul vino
Un’altra pratica molto interessante suggerita dalla santa è quella di tenere lo zaffiro in sospensione su del vino posto a scaldare, in modo che sopra si formi una condensa di vapori. Quando la pietra non è più in grado di trattenere l’umidità, è possibile metterla in bocca (senza scottarsi) o raccogliere la condensa stessa e berla. In questo modo sarà possibile evitare giudizi affrettati e offensivi. Infine lo zaffiro, sempre tenuto in bocca ma anche lasciato in immersione nel vino, è in grado di spegnere le passioni inopportune o indesiderate.
“Invita alla calma”
Il blu ammaliante dello zaffiro, con la stessa dolcezza dei silenziosi e stellati cieli notturni di luna piena, per santa Ildegarda invita alla calma, alla riflessione, alla contemplazione e ai sogni per il domani.
Pietra spirituale per eccellenza
Lo zaffiro di colore blu è la pietra spirituale per eccellenza. Simboleggia la fede e la sapienza. Secondo santa Ildegarda, è da utilizzarsi quando si desiderano possedere buone capacità intellettuali e una conoscenza profonda e solida cui normalmente aspirano gli enneatipi cinque. Lo zaffiro dona la capacità di ben comunicare aprendoci al mondo, cosa che fa molto bene agli introversi.
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