Nella coscienza collettiva, la messa è il simbolo del cattolicesimo: essere cattolici praticanti significa andare a messa. Molta gente chiama indifferentemente “messa” ogni celebrazione in chiesa. Quante volte, alla fine di un battesimo (fuori dalla messa) mi hanno detto: «Grazie per questa bella messa!». Cerco di spiegare che non è stata una messa, ma non sono certo di essere compreso (né che sia utilissimo rettificare).
Per quanto ci riguarda al momento, questo posto riconosciuto alla messa, nella fede cattolica, è giustissimo. La partecipazione alla messa è essenziale alla nostra fede:
Eppure… per molte persone, anche credenti, la messa sembra soprattutto un precetto noioso. Il più piccolo pretesto è buono per ritenersene dispensati, fino al giorno in cui uno smette di andarci e basta.
Dio non è un’idea
Perché dunque la messa è così centrale nella nostra vita cristiana?
La fede cristiana è l’incontro con qualcuno, Cristo, che ha dato la vita per la nostra salvezza. Noi incontriamo Cristo risorto e comunichiamo alla sua vita in ogni messa. Egli è presente nell’assemblea che formiamo: «Dove due o tre sono uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18,20). Egli è presente nella liturgia della Parola: quando l’Evangelo viene proclamato, è Cristo che ci parla. Egli è eminentemente presente nell’Eucaristia che celebriamo.
La Chiesa Cattolica crede fermamente che nel momento della consacrazione il pane e il vino diventano veramente il Corpo e il Sangue di Cristo. Quando Gesù, nel corso dell’ultimo pasto con i suoi discepoli, prima della Passione, prese il pane e disse “questo è il mio corpo, che è per voi”; quando prese il calice e disse “questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue”, non era tanto per dire. Non ha detto “ecco l’immagine” o “il simbolo del mio corpo e del mio sangue”. Noi crediamo che si debbano prendere le parole di Cristo alla lettera: si produce un cambiamento radicale. Il pane e il vino consacrati conservano esattamente le medesime apparenze, le medesime proprietà osservabili di prima della consacrazione (i bambini chiedono se l’ostia ha lo stesso sapore prima e dopo la consacrazione: ebbene sì)… eppure non sono più la medesima realtà. Hanno cambiato sostanza, sono diventati Corpo e Sangue di Cristo.
Il corpo dato e il sangue versato
Per il dono dello Spirito Santo e per il ministero del sacerdote, Cristo risorto rappresenta la propria istanza in mezzo alla comunità raccolta nel suo nome. Bisogna precisare che “corpo e sangue”, nella Bibbia, significa la persona intera di Gesù. È importante aggiungere che si tratta del corpo consegnato di Gesù e del suo sangue versato, altrimenti detto della persona di Gesù che fa l’offerta della sua vita per la salvezza del mondo. L’unico sacrificio della Croce è reso presente in ogni Eucaristia perché la potenza della salvezza si dispieghi oggi nelle nostre vite e in quelle di tutti gli uomini.
Il primo effetto della grazia eucaristica è la nostra unione fraterna. La comunione al corpo eucaristico di Cristo realizza la comunione della Chiesa, essa costruisce il corpo ecclesiale del Cristo. La comunione eucaristica è un appello ad operare alla comunione fra noi, fratelli e sorelle di Cristo, e ad amare nei fatti il mondo che ci circonda. L’Eucaristia è l’espressione più alta dell’amore di Dio per noi. Il Cristo che celebriamo a messa non appartiene a un lontano passato, del quale conserveremmo preziosamente il ricordo. Egli è presente in persona in mezzo a noi e rivolge i nostri sguardi in avanti, verso il giorno del suo ritorno nella gloria.
Domandiamo al Signore la grazia di realizzare sempre più la grandezza del dono che ci è fatto nell’Eucaristia. Così andremo a Messa con una gioia profonda, nata dalla fede, e porteremo frutto.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]