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La sopravvissuta ad Auschwitz che ha adottato il nipote del suo aguzzino

Eva Mozes Kor.

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 21/06/22
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Eva Mozes Kor è scomparsa nel 2019, portando via con sé una delle storie più commoventi. Dopo 70 anni dall'Olocausto incontrò il nipote del gerarca nazista che la tenne segregata. Un incontro che le cambiò la vita

Eva Mozes Kor, una donna sopravvissuta ad Auschwitz, è morta nel 2019 a Cracovia, durante un viaggio organizzato dal museo dell'Olocausto che lei stessa aveva fondato negli Stati Uniti. La sua scomparsa ha portato via una delle storie più commoventi avvenute tra i sopravvissuti dei lager: Eva, infatti, ha adottato il nipote del suo aguzzino.

La donna decise di adottare Rainer Hoss, nipote del comandante del lager Rudolf Hoss. Quando aveva 10 anni Eva Mozes venne deportata dai nazisti ad Auschwitz dalla Romania, assieme alla sorella gemella (La Stampa). Fu liberata nel 1945 dall'esercito russo insieme ad altri duecento bambini sopravvissuti miracolosamente (news.wgcu.org).

L'incontro con Rainer

Nell’estate del 2013, racconta ancora La Stampa, Eva ha incontrato ad Auschwitz un personaggio che la colpì per l’«estrema intelligenza». Si tratta di Rainer, nipote del famigerato Rudolf Hoss, impiccato dagli alleati nel 1946 dopo la fine del Terzo Reich. Rainer ha rotto ogni rapporto con la famiglia d’origine nel 1985, dedicandosi ad educare le nuove generazioni su come «riconoscere e sconfiggere il Male del nazismo».

eva mozes e nipote gerarca

"Vorrei adottarti"

Ad un anno di distanza dall'incontro, Eva ha chiesto al nipote del suo aguzzino se avrebbe accettato di essere adottato da lei, che ha superato gli 80 anni. Rainer ha accettato. Eva gli ha anche chiesto di perdonare la sua famiglia «perché solo così ci possiamo davvero emancipare dal Male di Hitler».

Donna misericordiosa

Una donna sicuramente misericordiosa, Eva, che spesso ha testimoniato con lucidità i drammatici momenti vissuti ad Auschwitz. Una volta nel campo di sterminio, lei e la sorella gemella finirono nelle mani di Joseph Mengele, il dottore che eseguiva esperimenti sui detenuti e in particolare sui gemelli. Le bambine sapevano cosa le aspettava: se una delle due moriva, l’altra sarebbe stata uccisa.

Cinque iniezioni alla settimana

«Mi facevano fino a cinque iniezioni a settimana - ha raccontato Eva Mozes Kor ad una scolaresca dell’Indiana (USA), dove andò a vivere dopo la guerra - iniettandomi ogni tipo di infezioni e malattie». La sopravvivenza di entrambe le bambine fu una miracolo e in Indiana Eva Mozes Kor decise di dedicarsi al perdono dei suoi aguzzini «per cessare di essere una vittima».

Candere

Per tenere viva la memoria sull'Olocausto, Eva ha fondato CANDELE, un'associazione che riunisce i bambini di Auschwitz sopravvissuti agli esperimenti medici ed è riuscita a ricollegare 122 altri sopravvissuti al metodo Mengele. Nel 1995, ha fondato il Kor CANDELE Museo dell'Olocausto e Centro di Educazione a Terre Haute, nello stato americano di Indiana.

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