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Il modo in cui gestiamo il denaro dice molto su chi siamo

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Octavio Messias - pubblicato il 21/06/22
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Gli standard economici dell'epoca in cui nasciamo influenzano i nostri investimenti

Se siete cresciuti alla fine degli anni Ottanta e avete visto i prezzi nei supermercati aumentare nello stesso giorno, è possibile che il senso di “scarsità” sia stato determinante nel modo in cui vi rapportate al denaro ancora oggi.

Uno studio sorprendente realizzato negli Stati Uniti e diffuso dal quotidiano spagnolo El País sottolinea il modo in cui la situazione economica dell'anno in cui nasciamo e dei primi vent'anni influenza il modo in cui gestiamo le nostre finanze nel corso della vita.

Se siamo cresciuti in un'economia florida, aumentano le possibilità di investire nel mercato azionario da adulti e di mostrarsi più ottimisti in relazione alla redditività degli investimenti. La ricerca ha analizzato il consumo della popolazione statunitense nel corso di 50 anni.

Panorama di incertezza

Anche il periodo di pandemia e il panorama di incertezza riguardo al futuro dell'economia possono condizionare il nostro comportamento di acquisto. È di questo che tratta il nuovo libro dell'economista spagnolo Fernando Trías de Bes, intitolato Una Historia Diferente Del Mundo.

A suo avviso, economizzare in un momento come questo sarebbe una risposta inconscia ai problemi dell'economia. Le percezioni e gli stati d'animo sarebbero determinanti per il modo in cui gestiamo le nostre finanze.

Intelligenza finanziaria

Il modo in cui amministriamo il nostro denaro è collegato a quello con cui ci rapportiamo alle nostre emozioni. Se abbiamo una personalità più conservatrice, le possibilità di investire bene diminuiscono considerevolmente. Sono comuni i casi di chi ha costruito un grande patrimonio risparmiando a poco a poco, come anche di chi ha perso tutto da un momento all'altro.

La rivista statunitense Sports Illustrated ha pubblicato un reportage dimostrando che il 60% dei giocatori dell'NBA con salari milionari dichiarava fallimento nei primi cinque anni dopo la pensione.

Con i giocatori della NFL, la lega nazionale di football americano, la percentuale arriva al 79%. L'intelligenza finanziaria è collegata alla stabilità emotiva, alle conoscenze di base dell'economia e alla mancanza di paura di rischiare.

Freni che non ci lasciano prosperare

L'articolo di El País indica anche come l'incapacità di investire abbia alla base i freni che ci impediscono di prosperare. Sono meccanismi inconsapevoli che tendiamo a preservare dall'infanzia e che modellano le nostre decisioni

Tra questi ci sono la paura di perdere denaro superiore alla volontà di guadagnare; il cinismo e il pessimismo costanti, che ci impediscono di individuare le opportunità; la pigrizia, che scoraggia dal cercare nuove fonti di rendita e genera la “sindrome del criceto”, che ci porta a sperare in risultati diversi insistendo sulle stesse azioni; le cattive abitudini di consumo, spendere in sciocchezze; l'arroganza, che ci impedisce di cercare conoscenze per investire con maggiore consapevolezza.

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