Un sindaco che sponsorizza l'ideologia gender, l'aborto o un potenziale Verona Pride? Non va votato: parola del vescovo di Verona monsignor Giuseppe Zenti.
Spetta «ai fedeli individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender, al tema dell’aborto e dell’eutanasia», scrive in una lettera il vescovo di Verona. La missiva è stata inviati ai 'confratelli' della diocesi, ed ora è al centro del dibattito politico nella città scaligera, in vista del ballottaggio di domenica prossima, quando verrà eletto il nuovo sindaco tra Damiano Tommasi (centrosinistra) e Federico Sboarina (centrodestra).
“Carenza di valori civili con radice cristiana”
Per monsignor Zenti ai cittadini il dovere «non è schierarsi per partiti o persone, ma segnalare presenze o carenze di valori civili con radice cristiana».
«Approfitto dell'occasione - si legge nella lettera - anche per chiarire un nostro coinvolgimento in occasione di elezioni politiche o amministrative, soprattutto in considerazione delle ricadute dei nostri interventi sui fedeli. Come scriverò su Verona Fedele (giornale della Curia), compito degli ordinati non è mai quello di schierarsi per un partito o per una persona, ma quello di segnalare eventuali presenze o carenze di valori civili con radice cristiana» (L’Arena, 21 giugno).
Le indicazioni del vescovo ai “confratelli”
Ecco il passaggio integrale riservato alle elezioni e al gender nel testo del vescovo di Verona
“Frontiere prioritarie” per il voto
«Queste sono frontiere prioritarie che fanno da filtro perla coscienza nei confronti della scelta politica o amministrativa», ha concluso monsignor Zenti (AdnKronos, 21 giugno).