Venerdì, 17 giugno 2022
1. La controversia è una “tragedia”, lamenta il responsabile della liturgia in Vaticano
2. Un resoconto dell'attentato di Pentecoste in Nigeria: "Dio ci ha salvati per raccontare la vera storia"
3. Canada: continuano i preparativi nonostante le incertezze circa la salute del Papa
4. Quasi 500 anni dopo la dissoluzione, i monasteri inglesi costellano ancora il paesaggio
5. 27 nuovi martiri veranno beatificati sabato nella cattedrale di Siviglia (Spagna)
1. La controversia è una “tragedia”, lamenta il responsabile della liturgia in Vaticano
Il media ufficiale della Santa Sede, Vatican News, intervista il prefetto del dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il futuro cardinale Arthur Roche, che commenta la controversia nata dopo la pubblicazione del Motu proprio Traditionis custodes, che restringe la possibilità di celebrare la Messa in base al Messale del 1962. “È una tragedia che oggi ci sia questa controversia, le cosiddette 'battaglie' sulla liturgia, perché l'Eucaristia è, per sua natura, il sacramento che unisce tutta la Chiesa”, spiega, sottolineato “la crescita dell'individualismo e del relativismo, quell'atteggiamento dell''Io preferisco questo'”, come uno dei problemi del nostro tempo. Ad ogni modo, il prefetto ricorda che “la celebrazione della Messa non è una questione di scelta personale. Celebriamo come comunità, perché la Chiesa nel suo insieme e la Chiesa nel corso dei secoli ha sempre regolamentato la forma di liturgia che ha ritenuto la più adatta per un'epoca particolare”. Il futuro porporato assicura che Papa Francesco non è contrario alla Messa in latino e che la liturgia post-conciliare ammette il latino stesso. Il Motu proprio voleva in realtà regolamentare l'uso del Messale del 1962 e fermarne la promozione, “perché era chiaro che il Concilio, i vescovi del Concilio, sotto l'ispirazione dello Spirito Santo, stavano proponendo una nuova liturgia per la vitalità della Chiesa. E questo è davvero molto importante. E anche resistere a questo è una questione molto seria”.
Vatican News, inglese
2. Un resoconto dell'attentato di Pentecoste in Nigeria: "Dio ci ha salvati per raccontare la vera storia"
Mentre i fedeli della parrocchia di San Francesco Saverio a Owo, nel sud della Nigeria, stavano pronunciando le ultime frasi della Messa di Pentecoste il 5 giugno, degli uomini armati sconosciuti hanno fatto irruzione nella chiesa. Padre Andrew Abayomi, che stava presiedendo la celebrazione, ha raccontato il terribile episodio alla rivista spagnola Alfa y Omega. Inizialmente il sacerdote non ha capito cosa stesse succedendo e i fedeli sono riusciti “coraggiosamente” a chiudere le porte centrali all'arrivo dei malviventi. Questi, però, sono riusciti a entrare da una porta laterale e a perpetrare il massacro. Si stavano avvicinando alla sagrestia, dove il presbitero e altri fedeli si erano rifugiati, quando il fucile di uno dei criminali si è inceppato. Quando, 20 minuti dopo, un fedele che era riuscito a scappare ha detto loro che potevano uscire, il sacerdote e un altro fedele si sono trovati davanti una scena orribile, visto che la parrocchia era piena di sangue e di cadaveri. Hanno messo i feriti in varie macchine e compiuto diversi tragitti verso l'ospedale. “La persecuzione dei cristiani è molto reale”, e “chiunque dica altrimenti è disonesto”, ha dichiarato il vescovo di Ondo, Jude Arogundade, riferendosi alla situazione in Nigeria. Padre Abayomi paragona la loro esperienza a quella dei primi cristiani perseguitati, dicendo che “Dio ci ha salvati per raccontare la vera storia e per essere la forza delle famiglie colpite”.
Alfa y Omega, spagnolo
3. Canada: continuano i preparativi nonostante le incertezze circa la salute del Papa
Dopo quelli in Libano, Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan, Papa Francesco cancellerà anche il suo viaggio in Canada, previsto dal 24 al 30 luglio? È la domanda che si pone il media canadese Presence, che ricorda come il Papa abbia problemi al ginocchio. “Abbiamo contatti diretti con il Vaticano. Non abbiamo ricevuto alcun segnale del fatto che il ritmo debba essere rallentato. Ci stiamo preparando alla visita”, ha affermato il direttore delle comunicazioni dell'arcidiocesi di Quebec. “Stiamo facendo molta attenzione al fatto che il Santo Padre abbia consistenti periodi di riposo e che la sua partecipazione agli eventi sia limitata a livello temporale – circa un'ora nella maggior parte dei casi”, ha dichiarato Neil MacCarthy, senior communications manager della visita papale in Canada.
Presence, francese
4. Quasi 500 anni dopo la dissoluzione, i monasteri inglesi costellano ancora il paesaggio
“È stata la sollevazione più drammatica e rapida della struttura architettonica e sociale nella storia di questo Paese”. Così Jane Whitaker, docente di Storia architettonica e sociale presso l'Università di Oxford, descrive il modo in cui le religiosi e i monaci britannici vennero espulsi dai loro monasteri dopo la decisione del re Enrico VIII di rompere bruscamente con Roma nel XVI secolo. Per riassumere: nel 1535 in Inghilterra e in Galles c'erano circa 850 case monastiche, mentre nel 1540 non ne era rimasta nessuna! Oggi si sono conservati meno di 100 monasteri. Alcuni edifici sopravvissuti sono diventati cattedrali o collegi universitari, mentre altri sono caduti in rovina. Questi resti sono come cicatrici che ricordano quel periodo oscuro.
Crux, inglese
5. 27 nuovi martiri veranno beatificati sabato nella cattedrale di Siviglia (Spagna)
Sabato 18 giugno, 27 martiri verranno beatificati in una cerimonia presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, nella cattedrale di Siviglia, nel sud della Spagna. La beatificazione è stata stabilita da Papa Francesco nel dicembre 2019, ma non ha potuto essere celebrata per via delle restrizioni sanitarie dovute alla pandemia. Il gruppo che verrà beatificato è costituito da 25 frati domenicani, martirizzati nelle città di Almagro e Almería, un giornalista laico ucciso ad Almería e una suora domenicana morta a Huéscar, tutti tra l'estate del 1936 e i primi mesi del 1937. “Ho lavorato sodo e desiderato tanto che venisse riconosciuta la grandezza di questi nostri fratelli martiri che per me questo sabato sarà un giorno felice, che ho atteso tanto e per tanti anni”, ha affermato il frate domenicano Baldomero de Prado Álvarez, che si è unito alla congregazione quando aveva 14 anni.
Leon Noticias, spagnolo