San Serafino da Sarov (+1833), diventato starets a 66 anni dopo lunghi anni di vita eremitica e austera solitudine (gli starets sono guide spirituali la cui saggezza dipende sia dall'esperienza che dall'intuizione), diceva:
E così, prima o dopo aver ricevuto la grazia dello Spirito, nessuno esce dall'oscurità dell'anima o contempla la luce dello Spirito senza prove, sforzi, sudori, violenza, angoscia e tribolazione.
“Il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono” (Mt 11,12), perché “dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni” (At 14, 22).
Lo Spirito dentro di noi
Il Regno di Dio è in effetti la partecipazione allo Spirito Santo, di cui dice “Il regno di Dio è in mezzo a voi” (Lc 17,21).
Lo Spirito Santo è il principio realizzatore del “mistero cristiano”, che è il misterio del Figlio di Dio fatto uomo e che fa sì che gli esseri umani nascano come figli di Dio.
Prima della creazione del mondo, il Padre concepisce il Suo Verbo-Figlio come destinato ad assumere l'umanità, attraverso lo Spirito Santo, in Maria, figlia di Sion.
Assumere un'umanità capace di ricominciare e di porre fine a quella uscita da Adamo; di essere quella del “primogenito tra molti fratelli” (Rm 8, 29).
Lo Spirito agisce nel nostro cuore. Dice Sant'Agostino, “Interroga il tuo cuore: se esso è pieno di carità, hai lo Spirito di Dio” (PL 35, 2043).
L'azione di Dio
Dio è in tutti i luoghi e in nessuno perché è spirituale. È presente lì dove agisce.
La Sua azione non produce alcun cambiamento in Lui, ma suscita una realtà al di fuori di Lui. Noi siamo trasformati secondo la grazia del Suo dono: l'adozione a figli di Dio.
Mediante la fede e la carità, doni soprannaturali della grazia, Dio si dona a noi, e quindi Lo possediamo.
Dio è non solo in noi, ma anche con noi e noi con Lui. Un'unione che ci pone in una relazione nuova e divinizzante con Dio, con il Suo Spirito Santo.
Una vita in Cristo
Dio Padre, per il Suo Spirito, fa sì che Cristo abiti nel nostro cuore, ovvero nella profondità di noi stessi, dove si forma l'orientamento della nostra vita (Ef 3, 14-17).
Chi ci istruisce è il Maestro interiore in una vita “in Cristo”, che è il centro e anche il culmine, ma non è il termine, che è invece il Padre.
L'amore di Dio è stato effuso nel nostro cuore con lo Spirito Santo che ci è stato dato (Rm 5, 5). San Giovanni della Croce commenta:
“L'anima ama Dio con la forza e la volontà di Dio stesso, unita con la stessa forza d'amore con cui è amata da Dio. Tale forza è lo Spirito Santo in cui l'anima è trasformata”.
Noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio (1 Cor 2,11-12), che viene in nostro aiuto perché non sappiamo pregare come dobbiamo fare.
“Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio” (Rm 8, 26-27).
Contro chi dobbiamo lottare?
Gesù, unto dallo Spirito nel Suo Battesimo in vista del Suo ministero messianico, è stato guidato nel deserto subito dopo, dallo Spirito, per affrontare il demonio in una serie di tentazioni che attaccavano frontalmente i due valori rivelati nel Suo Battesimo: la qualità di Figlio amato che doveva realizzarsi nel destino del Servo.
Noi, oltre ad affrontare la carne e il sangue, dobbiamo far fronte anche agli spiriti del male che regnano tra il cielo e la terra, allo spirito che agisce tra i figli della ribellione (Ef 2,2).
Giudicati, accarezzati, trasformati
Lo Spirito Santo agisce dentro, dove penetra come un'unzione.
Ci fa sentire, a un livello più profondo di quello del pentimento per questa o quella mancanza, l'attrazione suprema verso la Bellezza, la Verità e la Bontà, dandoci un'acuta consapevolezza della nostra miseria, della menzogna e dell'egoismo che riempiono la nostra vita.
Ci sentiamo giudicati, e allo stesso tempo accarezzati dal perdono e dalla grazia.
Crollano allora le nostre false scuse e il sistema di autogiustificazione e di costruzione egocentrica della nostra vita. Questa è la conversione profonda.
“Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio” (Rom 8, 14). Solo Dio può guidarci per raggiungere il Suo terreno, la Sua eredità.
Il frutto dello Spirito
I doni sono disposizioni permanenti che rendono il cristiano pronto a seguire la mozione dell'ispirazione divina o dello Spirito Santo. È questo il frutto dello Spirito secondo San Paolo:
“Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo” (Gal 5,22).
Altro: “bontà, giustiza e verità” (Ef 5, 9), “la giustizia, la pietà, la fede, l'amore, la costanza e la mansuetudine”(1 Tm 6, 11), “giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Rm 14,17).
Agiamo infine “con purezza, con conoscenza, con pazienza, con bontà, con lo Spirito Santo, con amore sincero; con un parlare veritiero, con la potenza di Dio” (2 Cor 6, 6-7).