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Mia figlia di 14 anni vuole abortire e non so cosa fare per fermarla

DONNA TRISTE
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Silvia Lucchetti - pubblicato il 15/06/22
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Il Movimento per la Vita (MpV) di Varese offre un servizio di chat anonima per sostenere le donne che stanno attraversando in vario modo il dramma dell'aborto. In un libro hanno raccolto alcune delle storie di sofferenza e di speranza con cui sono venute in contatto: ve ne presentiamo due

Per i tipi della Ares è stato recentemente pubblicato un piccolo libro dal titolo: “Una chat per la vita – Cinquanta storie di speranza”. Il testo è a cura di Vittoria Criscuolo e Susanna Primavera, due volontarie del Movimento per la Vita di Varese, al cui sito è collegata una chat anonima che a partire dal 2018 ha fatto registrare 700 contatti di donne  - prevalentemente - e uomini alle prese, in vario modo, con il dramma dell’aborto.

Come si legge dalla prefazione “dalle chat emerge un panorama, per così dire complessivo, dell’anima umana, motivo per cui abbiamo deciso di raccoglierle sotto forma di libretto e pubblicarle, perché non tutti sanno quale sia la sofferenza legata alla gravidanza, all’aborto e alla famiglia, protagonista silenziosa del dolore che traspare dalle parole di chi scrive”.

Due storie

Le chat sono state raggruppate in capitoli, ciascuno dei quali affronta un’area tematica. Noi abbiamo scelto, da capitoli diversi, due di esse esemplificative di situazioni estreme nella vasta gamma di storie che compongono il mosaico che questa conversazione scritta alla tastiera permette di osservare e riflettere, nella speranza che possano rivelarsi utili ad altre persone in difficoltà di fronte alla scelta se far sbocciare o meno una vita.

Mia figlia di 14 anni è incinta e non vuole tenerlo

La prima chat inizia così:

Se lei decidesse di tenerlo sarei disposta ad aiutarla

Alla risposta di accoglienza della volontaria segue:

Le informazioni della volontaria

La volontaria informa la signora dell’esistenza di associazioni che mettono a disposizione strutture per accogliere ragazze madri dove la figlia – che pensa che il feto non sia un bambino e le "fa schifo" - incontrando coetanee nella sua stessa condizione potrebbe ripensarci.

Hanno fissato l'IVG

In un messaggio successivo:

Lo terrei come fosse mio

La volontaria accenna alla possibilità di un intervento dell’autorità giudiziaria per cercare di far riflettere la ragazza, e di fronte alla prospettiva di un ripensamento la mamma scrive:

"Quello è mio nipote"

La volontaria spiega anche che il neonato, se non lo si volesse tenere con sé, potrebbe essere lasciato in ospedale in attesa dell’adozione, ma la signora ribatte:

Il sostegno del MPV

La volontaria offre precisi punti di riferimento nel territorio dove la signora vive. Nella parte finale della chat quest’ultima chiede prima se esiste una possibilità legale di garantire al padre del bambino, interessato solo a questo, che nessuno reclamerà del denaro per il figlio. Poi la successiva richiesta è avanzata per conoscere se lei stessa può riconoscere il bambino. La chat si conclude con la volontaria che promette di girare al legale dell’Associazione i due quesiti.

40 anni, già mamma di due figlie e incinta: voglio abortire

La seconda chat inizia così:

"Non me la sento proprio"

La volontaria cerca di esplorare la situazione della donna che aggiunge:

"Mi crea ansia"

Alla domanda della volontaria sul lavoro la donna risponde:

"Sono davvero convinta"

La volontaria cerca di portare la signora a riflettere sulla sofferenza che le procurerebbe l’aborto e sull’esperienza di altre donne che hanno partorito avanti negli anni ringraziando Dio di non aver deciso di sopprimere il loro bambino.

Si danno appuntamento

A questo punto la volontaria le suggerisce di prendere un po’ di tempo per pensarci e si rende disponibile a riceverla in un determinato giorno e orario allo sportello dell’Ospedale o, in alternativa, nella sede del MpV. La chat si conclude con la promessa di un appuntamento.

Il lavoro dei volontari del MPV

Le due chat dipingono storie diverse, di donne giovani, giovanissime e più mature che si dibattono di fronte alla scelta, propria o di una figlia, di far vivere o meno la loro creatura. In queste storie ci sono sullo sfondo anche mariti, padri assenti, compagni che si tirano indietro, i fratelli e le sorelle dei nascituri che non sanno se verranno alla luce.

La garanzia dell'anonimato

Le volontarie del MpV rappresentano il cerchio in cui tutto questo si inscrive nel contesto di una modalità di incontro per ceri versi “riduttiva”, ma che ha il pregio di assicurare l’anonimato a chi, almeno per il momento, non vuole esporsi.

Mostrare la bellezza della vita nascente

Donne che combattono per preservare la vita dei figli di altre madri impantanate nelle sabbie mobili di pregiudizi sociali, famiglie che spingono all’aborto, immaturità e personali egoismi, rispettando sempre chi è dall’altra parte della tastiera, ma cercando di far risplendere davanti gli occhi delle interlocutrici la bellezza della vita nascente.

E nella maggioranza dei casi sostenendo il peso di non sapere se sono riuscite a far cambiare idea a chi, con motivazioni diverse, si è rivolto a loro.

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