Vangelo di Mercoledì 15 Giugno
Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
(Matteo 6,1-6)
E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
(Matteo 6,16-18)
Il Vangelo di oggi prende in considerazione tre ambiti importanti della nostra vita: l’elemosina, la preghiera e il digiuno. Qualcuno potrebbe subito obiettare che ormai sono tre cose molto rare anche in mezzo ai cristiani, e magari sono più di moda solo in alcuni periodi forti dell’anno come la Quaresima.
Ma sono convinto che i tre ambiti che il Vangelo propone in realtà sono la radice di tre atteggiamenti fondamentali del vivere umano: l’elemosina è la nostra capacità di amare l’altro nel suo bisogno, nelle sue necessità; È amarlo proprio quando è più fragile, misero, solo.
La preghiera è la nostra capacità di uscire dal nostro individualismo per andare radicalmente incontro a Colui che distrugge la nostra solitudine e il nostro isolamento; È accorgersi di Dio e non solo del nostro io.
Il digiuno è l’affermazione della nostra libertà sul territorio più difficile da conquistare e che è il territorio di noi stessi. Ecco allora che amare l’altro, uscire dalla solitudine del nostro io e affermare la nostra libertà, non possono mai essere tre argomenti desueti nella vita di un cristiano.
Gesù nel Vangelo di oggi dice che c’è un atteggiamento che distrugge queste tre cose preziose: l’apparenza.
Amare per essere visti, pregare per essere visti, digiunare per essere visti. La vigilanza sul motivo per cui amiamo, preghiamo o digiuniamo è ciò che il Vangelo di oggi ci chiede.
Se ci troviamo nella logica dell’apparenza non dobbiamo disperare, dobbiamo solo capire che è questa la nostra più grande conversione: comprendere che il Signore (che è l’unico che conta!) vede nel segreto, e non ha bisogno di nessuna apparenza, ma solo di sostanza.