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La miopia ha una forte predisposizione genetica

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Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 14/06/22
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Il tempo che il ragazzo passa all’aria aperta sembra essere l’elemento ambientale che più influenza la progressione della miopia, rallentandone lo sviluppo

di Luca Buzzonetti

La miopia è il difetto refrattivo più diffuso al mondo. Nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione anatomica in cui aumenta la lunghezza del bulbo oculare. Di conseguenza, l’immagine che attraversa la pupilla non cade a fuoco dove dovrebbe, cioè sulla superficie posteriore dell’occhio che si chiama retina, ma anteriormente ad essa. Si prevede che nel 2050 il 49% della popolazione ne sarà affetta.

La predisposizione genetica può influire fino al 70% sull'insorgenza della miopia

La miopia riconosce una forte predisposizione familiare: la predisposizione genetica può influire fino al 70% sull’insorgenza di questa condizione.
Ci sono poi dei fattori ambientali che entrano in gioco, aumentando o diminuendo la possibilità che la malattia progredisca.
Il tempo che il ragazzo passa all’aria aperta sembra essere l’elemento ambientale che più influenza la progressione della miopia, rallentandone lo sviluppo.

Contrastare lo sviluppo della miopia?

Infatti l’esposizione a radiazioni luminose di grado elevato, quindi in particolare alle radiazioni solari, sembra favorire la liberazione di dopamina, un neuromodulatore che inibisce l’aumento della lunghezza assiale del bulbo oculare e che, dunque, contrasta lo sviluppo della miopia. A tale proposito, alcuni scienziati sostengono che, in considerazione dei dati che riportano una maggiore frequenza della miopia nelle aree urbanizzate delle città rispetto a quelle rurali delle campagne - e tra i soggetti che frequentano maggiormente la scuola - il trascorrere ogni giorno 40 minuti all’aperto comporterebbe una riduzione dell’incidenza della miopia del 23%, mentre il rischio di progressione scende addirittura del 54% per i bambini che trascorrono ogni settimana almeno 11 ore all’aperto.

Terapie per rallentare la progressione della miopia

La letteratura scientifica propone alcune terapie per rallentare la progressione della miopia. La più studiata si basa sull’utilizzo di atropina 0.01% in collirio. Il meccanismo d’azione dell’atropina non è chiaramente noto. In ogni caso sembrerebbe contenere l’allungamento del bulbo oculare agendo su due porzioni interne dell’occhio che si chiamano sclera e coroide. Attualmente il collirio a questa concentrazione non è in commercio, ma, dietro prescrizione dello specialista, può essere preparato dalle farmacie. Gli studi riportano un’efficacia intorno al 50%.

Speciali lenti per occhiali

Da pochi mesi sono in commercio delle speciali lenti per occhiali, le lenti a defocus ipermetropico periferico, che, a differenza delle lenti standard, indirizzano i raggi luminosi che entrano nell’occhio in maniera tale da ridurre lo stimolo all’allungamento del bulbo oculare. Ma sono ancora pochi i dati per poterne valutare l’efficacia.

Il distacco della retina e la maculopatia

La possibilità di controllare efficacemente la progressione della miopia rappresenta oggi una sfida di notevole importanza, per due ragioni principali. Il primo motivo è di natura clinica: la miopia rappresenta infatti un fattore di rischio per l’insorgenza di due gravi condizioni, il distacco di retina e la maculopatia. Il secondo motivo è di natura economica: negli USA, per la correzione della miopia, si stima una spesa annuale di 16 miliardi di dollari, mentre il calcolo della spesa mondiale per invalidità visiva causato da miopia ammonta a 202 miliardi di dollari l’anno.
Appare chiaro, quindi, come nei prossimi decenni la cura della miopia e delle sue complicanze costituirà un’importante materia di studio e di dibattito, e non solo fra gli oculisti.

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