Dieci suore della Congregazione di Santa Elisabetta che si prendevano cura di anziani, malati e bambini e sono state assassinate dai soldati dell'Armata Rossa nel 1945 sono state beatificate a Brslavia (Polonia) l'11 giugno.
La Messa è stata presieduta dal prefetto del dicastero delle Cause dei Santi, il cardinale Marcello Semeraro, che ha paragonato il loro martirio alla situazione attuale in Ucraina.
“Tutta la vita di queste suore è stata un vero dono di sé al servizio dei malati, dei piccoli, dei poveri, dei più bisognosi. Il loro amore generoso è stato eroico al punto che hanno scelto di non fuggire dall'Armata Rossa nel 1944-45. E questo nonostante le notizie circa la sua brutalità e le atrocità commesse dai suoi soldati nei confronti degli abitanti della Prussia Orientale”, ha affermato il cardinale nella sua omelia.
Dopo aver recitato l'Angelus di domenica, Papa Francesco ha reso omaggio alle dieci religiose.
“Pur consapevoli del pericolo che correvano, rimasero accanto agli anziani e ai malati che stavano accudendo. Il loro esempio di fedeltà a Cristo aiuti tutti noi, specialmente i cristiani perseguitati in diverse parti del mondo, a testimoniare il Vangelo con coraggio”.
Analogie con la situazione attuale
Il cardinal Semeraro ha sottolineato che il martirio delle dieci suore elisabettiane riporta alla mente la violenza, la crudeltà e l'odio che ora affliggono l'Ucraina.
Il porporato ha notato che i gesti di amore disinteressato e di preoccupazione per gli altri costruiscono la pace e sono una risposta alla violenza, e ha incoraggiato la preghiera attraverso l'intercessione delle suore beatificate per la fine della guerra e per molte intenzioni, “chiedendo al Signore, attraverso di loro, che al mondo non manchino il rispetto della femminilità, l’uguaglianza tra uomo e donna nella dignità e la tutela della maternità”.
Il prefetto ha anche ricordato le parole di Papa Francesco per ringraziare il popolo polacco per essere stato il primo a sostenere l'Ucraina “aprendo i vostri confini, i vostri cuori e le porte delle vostre case agli ucraini che scappano dalla guerra”.
Le nuove beate
Suor Maria Paschalis Jahn era nata il 7 aprile 1916 a Nysa. Dopo i voti religiosi aveva lavorato a Kluczbork, Glubczyce, Nysa e poi nella Repubblica Ceca.
L'11 maggio 1945, suor Paschalis venne brutalmente attaccata da un soldato sovietico. Difese la sua castità e la sua fede, e lui le sparò. Come le altre nove religiose, anche se vivevano in luoghi diversi e ricoprivano mansioni differenti, è rimasta fedele alla sua vocazione fino alla fine, dando la vita in difesa di quanti le erano stati affidati.
Le suore elisabettiane sottolineano che la beatificazione delle dieci suore è un simbolo del ricordo della tragica morte di tutte le suore morte per mano dell'Armata Rossa nel 1945. Si stima che più di 100 religiose della loro congregazione siano morte in circostanze simili.
La Congregazione
La Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta è stata fondata a Nysa nel 1810. L'obiettivo principale è il servizio disinteressato ai bisognosi, soprattutto malati e sofferenti.
La Congregazione è attualmente attiva in 19 Paesi di Europa, Asia, Africa e Sudamerica. Circa 1.000 suore lavorano in ospedali, asili, scuole e parrocchie. Le religiose gestiscono anche centri comunitari, case di riposo, orfanotrofi, istituzioni educative e collegi.
Nella Chiesa, la commemorazione di suor Paschalis Jahn e delle sue compagne, martiri della Congregazione di Santa Elisabetta, verrà celebrata ogni anno l'11 maggio.