Venerdì, 10 giugno 2022
1. Alcune ragioni per credere, o meno, che Papa Francesco possa rinunciare
2. Il primo cardinale Dalit: la mia missione, aiutare più bambini poveri possibile
3. Come il Sinodo sta aiutando la Chiesa spagnola a raggiungere gli emarginati
4. Papa Francesco incontra il direttore di Yad Vashem in Vaticano
5. La dogana del Pakistan blocca un libro che doveva essere inviato a Papa Francesco
1. Alcune ragioni per credere, o meno, che Papa Francesco possa rinunciare
La giornalista della rivista America Colleen Dulle presenta entrambe le posizioni del dibattito sull'ipotesi che Papa Francesco potrebbe dimettersi presto. Per chi crede che il pontificato potrebbe esserte alla fine, il peggioramento della salute del Pontefice, per l'intervento al colon dell'estate scorsa e il fatto che lo si veda sempre più spesso sulla sedia a rotelle, è un elemento significativo. Hanno “alimentato il fuoco”, spiega la Dulle, anche altri eventi pianificati, come la creazione di nuovi cardinali in un concistoro il 27 agosto, seguito immediatamente da un insolito incontro dei porporati di tutto il mondo. È stato tuttavia l'annuncio che papa Francesco compirà un viaggio a L'Aquila, dov'è sepolto Papa Celestino V, che rinunciò al pontificato, che “ha fatto volare le fiamme della speculazione”. La Dulle è tuttavia scettica sulla rinuncia di Papa Francesco, e offre alcune ragioni al riguardo. L'insolita programmazione del concistoro potrebbe essere dovuta all'intenzione di risparmiare denaro, visto che “recarsi a Roma fuori stagione a livello turistico è più economico”, e cita anche la visita progettata in Kazakistan a settembre e le voci su altri viaggi nel 2023. Menziona infine “il semplice fatto che il Papa emerito Benedetto XVI è ancora vivo”. Ad ogni modo, la giornalista riconosce che “è sicuramente possibile che il Papa stia gettando le basi per una futura rinuncia”, e per ora potrebbe semplicemente “tenere d'occhio l'orizzonte”.
America, inglese
2. Il primo cardinale Dalit: la mia missione, aiutare più bambini poveri possibile
Il nome dell'arcivescovo Anthony Poola di Hyderabad, India, è entrato nella storia come quello del primo Dalit a diventare cardinale. I Dalit sono la classe al gradino più basso nel sistema indiano delle caste, e sono anche chiamati “intoccabili”. “Ero scioccato”, ha detto il presule indiano a Vatican News ricordando il momento in cui è venuto a conoscenza della notizia. “Amore, compassione e attenzione alle periferie” sono le parole con cui riassume la decisione di Papa Francesco di crearlo cardinale il 27 agosto. Anche se il sistema delle caste in India è stato ufficialmente abolito, il cardinale designato, che proviene da questo settore della popolazione diseredato e ostracizzato, ci ricorda che c'è ancora molta strada da fare prima che lo stigma scompaia. Circa la situazione dei cristiani in India, il vescovo riconosce anche il persistente senso di minaccia. “Ci sono dei gruppi fanatici, ma quando contattiamo le autorità governative sono molto cooperative, comprensive e amichevoli. Cercano di risolvere i problemi”, dice.
Vatican News, inglese
3. Come il Sinodo sta aiutando la Chiesa spagnola a raggiungere gli emarginati
Il processo sinodale in Spagna, che sta arrivando alla fine, ha raggiunto realtà molto eclettiche coinvolgendo, tra gli altri, carcerati, senzatetto, anziani nelle case di riposo, gruppi LGBT, politici e artisti. “Sono molto felice del fatto che il Papa si sia ricordato di noi. Nessuno ci consulta in prigione”, ha affermato un carcerato a Siviglia. In modo sfumato e a volte critico, i vari laboratori hanno permesso ai pensieri della società sulla Chiesa di emergere, nota il settimanale cattolico Alfa & Omega. A Barcellona, ad esempio, i partecipanti hanno espresso opinioni positive sulla missione del Papa, il lavoro svolto dalla Caritas, “che va dove lo Stato non arriva”, e la parrocchia come elemento promotore di identità, mentre sono stati molto critici nei confronti della gerarchia e della mancanza di coerenza e di enfasi sulle donne. A Madrid, i rappresentanti LGBT sono stati ascoltati ma sentono ancora del disagio da parte dei vescovi. Il noto scrittore Rafael Tarradas Bultó, che ha parlato con il cardinale Carlos Osoro Sierra, crede che la Chiesa abbia “molte cose positive”, come i valori, ma “manchi di ritmo” e rischi di non coinvolgersi abbastanza rapidamente per mantenere il suo posto nella società.
Alfa y Omega, spagnolo
4. Papa Francesco incontra il direttore di Yad Vashem in Vaticano
Dani Dayan, direttore dello Yad Vashem Holocaust Memorial a Gerusalemme, ha incontrato Papa Francesco in Vaticano in un'udienza privata il 9 giugno. The Times of Israel spiega che l'incontro si è concentrato sulla “memoria, educazione e documentazione dell'Olocausto e sulla lotta all'antisemitismo e al razzismo nel mondo”. Tre Papi – Francesco, Benedetto XVI e Giovanni Paolo II – hanno già visitato il memoriale, aperto nel 1953 per ricordare il genocidio avvenuto durante la II Guerra Mondiale. Dani Dayan ha interpretato l'udienza del Papa come un “segno” di interesse, e ha spiegato di aver offerto al Pontefice i servizi della sua organizzazione e di aver trasmesso un messaggio del Presidente Isaac Herzog che invita Francesco a visitare nuovamente Israele. I due interlocutori hanno anche discusso dell'apertura, nel 2020, degli archivi vaticani sul pontificato di Pio XII, soprattutto nel contesto caratterizzato dalla recente pubblicazione di un libro dello storico David Kertzer. Il Papa, crede, non avrebbe pubblicato informazioni importanti che aveva sull'Olocausto durante la guerra.
The Times of Israel, francese
5. La dogana del Pakistan blocca un libro che doveva essere inviato a Papa Francesco
Un libro destinato a Papa Francesco è stato rispedito al mittente a Lahore, nel Nord del Pakistan, dopo essere stato bloccato dalla dogana del Paese perché “non è consentito alla dogana del Pakistan esportare libri religiosi”. Anche se il testo non riguardava esclusivamente la religione, visto che parla dell'abuso dei bambini e di come impedirlo, non ha passato il controllo delle autorità, che presumibilmente non sapevano chi fosse il destinatario. Il libro è già stato pubblicato in inglese, spagnolo, francese e coreano, e la versione pakistana in urdu doveva arrivare l'11 giugno in Vaticano, in tempo per un evento con un gruppo di suore. Piuttosto che cercare di rispedirlo, i mittenti in Pakistan hanno deciso di trasmettere una versione in PDF perché venga stampata in Italia e poi consegnata al Papa.
ANSA, Italian