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Cristiani scappano nei campi profughi nel “dimenticato” Myanmar

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 09/06/22
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Lo denuncia una religiosa scappata dal Paese del Sud Est asiatico in cui le persecuzioni contro le chiese sono diventate violente

Una persecuzione dimenticata, che in questi mesi sta diventando drammatica: quella dei cristiani in Myanmar. Nel mirino sono finite chiese e religiosi. E’ solo grazie alla testimonianza diretta di Regina Khuan Num Sang, della Congregazione delle Suore della Riparazione, che si viene a conoscenza di questa grave e “silenziosa” persecuzione. 

Il ritorno in Italia

La suora ha lasciato il Myanmar da poco più di un mese e in Italia ha portato con sé tutto l’orrore di un Paese scosso ancora da violenze e morti, dopo il colpo di Stato del 2021

“Cristiani nei campi profughi”

“Anche le parrocchie vengono distrutte e spesso i cristiani trovano rifugio nei campi profughi” dice a Vatican News (9 giugno) la religiosa, la cui congregazione, presente nel Paese asiatico dal 1895, lavora in dieci diocesi soprattutto accudendo poveri e abbandonati. 

Cosa stanno facendo le suore

“In questa situazione di guerra – spiega – le mie consorelle si sono offerte come volontarie per aiutare. E anche i nostri centri per esercizi spirituali sono diventati dei rifugi per i profughi”.

In soccorso della popolazione del Myanmar è scesa in campo anche la Chiesa locale che, con ogni mezzo, cerca di sostenere gli sfollati - non solo cristiani - con beni di prima necessità, accompagnameno spirituale e morale. 

Il “cessate il fuoco” chiesto dai parroci

“Il popolo e i cristiani – spiega Regina Khuan Num Sang – continuano ad avere speranza. I giovani che hanno dato la vita per la pace avevano chiesto alle persone che sono nei campi profughi di pregare affinché i leaders politici potessero cambiare il loro cuore”. 

La religiosa riferisce anche di una delegazione di parroci che di recente avrebbe “incontrato i vertici politici del Paese per chiedere un cessate il fuoco”, finora purtroppo senza riscontri.

MYANMAR

Le bombe contro la congregazione

Nel marzo dello scorso anno, suor Regina Khuan Num Sang si trovava in una struttura della congregazione che ospitava molti rifugiati, tra cui donne incinta, bambini ed anziani. “Quando sentivamo i rumori delle bombe – ricorda - cercavamo un posto dove ripararci, solitamente nel sottoscala. Durante la notte era difficile perfino addormentarsi a causa dei colpi d’artiglieria. Il 6 giugno scorso la chiesa di Nostra Signora della Pace, adiacente al nostro convento, è stata colpita e gravemente danneggiata". 

La sesta volta

Era la sesta volta che i soldati, nello spazio di poco tempo, attaccavano una struttura cattolica in quella stessa zona del Myanmar.

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