Catechismo ai cresimandi con santoni che fanno riti strani, ragazzini incappucciati e polsi legati: tutto falso quello che è stato raccontato a Goro (Ferrara) dai genitori di alcuni dei partecipanti alla catechesi per la Cresima. Lo garantisce il vescovo diocesano Mons. Gian Carlo Perego dopo il polverone sollevato sulla stampa locale.
Le accuse
«Quelli se ne devono andare. Non ci sono scuse, non ci sono mezze misure. Il vescovo deve prendere provvedimenti diversamente qui a Goro nessuno metterà più piede in chiesa. Saremo antichi, poco aperti al “nuovo”: non ci interessa. Il catechismo deve individuo prodotto alla vecchia peròniera».
La Nuova Ferrara (13 maggio giugno) ha descritto «l’ira dei genitori dei ragazzini di Goro che frequentano la parrocchia per prepararsi a ricevere il sacramento della Cresima. Gli stessi lamentano dei metodi di insegnamento della religione cristiana “fuori dalle righe e legati tutti a questo gruppo di Rinnovamento nello Spirito. Prima i ragazzi erano felici di andare in chiesa, adesso sono terrorizzati”».
Lo scontro tra preti e genitori
Il caso si è allargato alla sindaca di Goro che ha chiesto un incontro a don Michele Lain (prete di Goro) e don Stefano (referente catechisti gruppo del Rinnovamento dello Spirito di Ferrara), alla presenza di circa cinquanta genitori, per cercare di capire meglio. «Però evidentemente - ha scritto La Nuova Ferrara - le spiegazioni date non sono state sufficienti, perché dopo il confronto un gruppo di persone si è trovato in una delle case del paese e ha deciso per una sorta di ultimatum: prete e catechisti devono andare via, diversamente i ragazzi saranno tutti ritirati e andranno in un’altra parrocchia».
Sono stati informati dei fatti i carabinieri, mentre l’argomento è finito persino al centro di un consiglio comunale a porte chiuse.
La versione dei genitori
Questo il racconto al giornale ferrarese di uno dei genitori dei cresimandi. «A mia figlia è stata messa una busta in testa, di quelle di plastica nere. Le è stata poi spruzzata dell’acqua, a detta loro per far capire come si sente una prostituta vittima di violenze. Abbiamo immaginato noi cosa volesse dire quell’acqua…però che senso ha?». E ancora, «per far “sentire” meglio alcune sensazioni, le luci venivano spente, c’erano strane musiche e non vogliamo aggiungere altro».
La lettera di don Michele
Sotto accusa anche una lettera che don Michele ha distribuito dopo una delle funzioni. «Mio figlio è arrivato a casa con un foglio firmato da “Tuo papà Dio”, e già qui mi fermerei, però capisco. “Oggi voglio ricordati che ti amo, è impossibile smettere di amarti. Mi piace il colore della tua pelle. Così ti amo (..)”. Mi viene la pelle d’oca, sarò anche antico, però la chiesa non è questo».
La risposta del vescovo
Fin qui la versione dei genitori dei partecipanti al corso di catechismo per cresimandi a Goro. Nelle scorse ore è giunta la risposta del vescovo. Che ha precisato alcune “distorsioni” fatte circolare dagli stessi genitori. Quattro i punti evidenziati da mons. Perego.
“Non è una setta”
1. «il Rinnovamento nello Spirito Santo non è una setta, ma un movimento ecclesiale approvato dalla Santa Sede e dalla CEI che da quarant'anni, dal 1980, ha proposto a migliaia di parrocchie 'la scuola di evangelizzazione Sant'Andrea' con una visione, una metodologia e un programma di formazione. La scuola è stata apprezzata da molte comunità e si è sempre più diffusa».
“Nulla di oppressivo o ossessivo”
2. «il corso Vita Nuova, pubblicato dalle Edizioni Paoline, formato da sei incontri, è stato proposto nella parrocchia di Goro dal 5 marzo al 1 maggio 2022, nei giorni di sabato e domenica, dalle ore 15 alle 17. Erano presenti il parroco, due catechiste parrocchiali e quattro catechisti e catechiste del Rinnovamento nello Spirito Santo. Il corso ha cercato di coinvolgere con parole, segni, giochi e dinamiche tutti i presenti. I segni utilizzati dai catechisti della scuola di evangelizzazione - la corona in testa, la catena chiusa in un lucchetto in una scatola, gli elastici da tendere tra le due mani, il ramo secco, la farina e l'argilla, piccola serra trasparente, ad esempio - non hanno nulla di oppressivo o di ossessivo, non limitano la libertà delle persone, ma stimolano la partecipazione e l'incontro, la conoscenza e l'esperienza di fede. Infatti, i ragazzi hanno partecipato attivamente all'ascolto, alla preghiera, ai segni e alle dinamiche con il coinvolgimento personale senza mai esternare disagio o insofferenza».
«È evidente che trattandosi di un'esperienza nuova, che coinvolge i soggetti in maniera diretta, può aver suscitato qualche sorriso, ma tutto si è svolto nell'ambito delle normali dinamiche di un gruppo di preadolescenti. Gli insegnamenti del percorso di fede tradizionale, che pure i ragazzi hanno svolto nel corso dell'anno, seguendo i Catechismi della CEI, non vengono stravolti o cambiati, ma semplicemente integrati».
“Normale celebrazione eucaristica”
3. «La Messa al sabato sera a Goro, quando don Michele invita altri sacerdoti, non è altro che una normale celebrazione eucaristica, con una preghiera allo Spirito Santo. Non si tratta - come è stato detto e scritto di 'santoni' - ma di bravi e preparati sacerdoti in Teologia».
“La prassi indicata in tutte le parrocchie”
4. «La necessità richiamata da don Michele ai genitori dei bambini che frequentano il cammino di Iniziazione cristiana (prima Confessione, prima Comunione, Cresima) di partecipare al percorso completo degli incontri e delle iniziative, per poter essere ammessi ai Sacramenti, è la prassi indicata a tutte le parrocchie dell'Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, in linea con gli orientamenti dei Vescovi italiani. Non si tratta di una imposizione, ma di un impegno derivante da una scelta consapevole, di cui si fanno carico in primo luogo i genitori, che 'liberamente' chiedono i sacramenti per i figli. La celebrazione dei sacramenti non segue il ciclo scolastico, ma la frequentazione completa del percorso di catechesi».
“Basta calunnie e minacce”
Pertanto, ha concluso il vescovo «quanto scritto dai mezzi di comunicazione sociale in seguito alle proteste di pochi genitori non corrisponde alla verità dei fatti, e deve essere smentito e ratificato; come anche le offese, le minacce a don Michele, ai catechisti estese anche alla Chiesa sui social sono vergognose. Mi auguro che si ponga fine alle insinuazioni, agli articoli che non corrispondono al vero, alle minacce, offese e calunnie. Diversamente l'Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio procederà alle azioni necessarie per tutelare il parroco, i catechisti e anche l'impegno della Chiesa» (La Voce di Ferrara, 9 giugno).