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I sogni sono messaggi lanciati da Dio? I Padri della Chiesa sono “divisi”

DREAMS
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 08/06/22
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Da Atanasio a san Girolamo, dal "Trattato dei Sogni" di Sinesio a sant'Agostino: i loro dubbi sull'interpretazione dei sogni

Gli autori cristiani antichi ci hanno lasciato diverse riflessioni teologiche sui sogni: sono messaggi di Dio oppure no? Un contributo significativo ci giunge dai padri del deserto, quei monaci dei primi secoli del cristianesimo che praticavano una spiritualità ascetica, improntata alla fuga mundi (la fuga dalle cose del mondo). 

Don Marcello Stanzione riporta alcuni loro interventi sui sogni all’interno del libro “Nel cuore della notte Dio ci parla” (Mimep Docete)

La libertà dei demoni di Atanasio

Uno dei primi tra loro, Atanasio di Alessandria (293/5–373 d. C.) sosteneva che nei sogni i demoni hanno maggior libertà d’azione sull’uomo e lo tentano con l’illusione della precognizione, facoltà che spetta soltanto a Dio.

Cassiano e la polluzione 

Un altro Padre della Chiesa, Giovanni Cassiano (365–435 ca. d. C.), in un suo scritto si chiede se una polluzione notturna causata da un sogno escluda il monaco che l’ha avuta dall’eucarestia e ne conclude che non lo esclude, dal momento che i sogni di quel genere sono opera del demonio, e il monaco non deve esserne ritenuto responsabile.

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Il sogno di san Girolamo

La posizione di san Girolamo (347–420 ca. d. C.) nei confronti della questione di sogni come veicolo della rivelazione divina è ambivalente. Da un lato, egli stesso riceve in sogno la rivelazione della propria vocazione di teologo. Una notte sogna infatti di essere condotto dinnanzi a un tribunale; richiesto dal giudice di declinare le proprie generalità, afferma di essere cristiano. Ma il giudice lo accusa di essere un discepolo di Cicerone, non di Cristo. Egli allora giura che mai più possederà libri profani.

Interpretazioni sbagliate della Bibbia

Quel sogno lo indusse a ritirarsi a vita eremitica, dedicandosi esclusivamente allo studio della Bibbia. D’altro canto, però, nella sua celeberrima traduzione latina della Bibbia, la Vulgata, Girolamo interpreta erroneamente alcuni passi (in particolare Lv 19, 26 e Dt 18,10) come una proibizione dell’interpretazione dei sogni. Correttamente tradotti, quei passi condannano la divinazione, ma non fanno riferimento all’oniromanzia. Da quel suo errore nacque però la secolare proibizione teologica di qualunque forma di interpretazione dei sogni.

San Jerónimo

Il “Trattato sui sogni” di Sinesio

Uno dei momenti più alti del pensiero cristiano antico sui sogni fu l’opera De Insomniis (Trattato sui sogni) del vescovo Sinesio di Cirene (370–414 ca. d. C.).

Sinesio ritiene che Dio, per comunicare con gli uomini, si avvalga dell’immaginazione, facoltà caratteristica dei sogni. In antitesi all’ari- da istruzione nozionistica, Dio nei sogni istruisce dilettando. Sinesio ritiene inoltre che l’interpretazione del sogno spetti al sognatore, e critica quindi i significati prestabiliti forniti dalle enciclopedie sui sogni. 

La predizione del futuro

Il De Insomniis tratta anche della facoltà dei sogni di predire il futuro, che Sinesio spiega in base alla teoria platonica delle forme: nel sonno, la maggior capacità sensoriale dell’anima consentirebbe di avere accesso alle forme eterne, che sono al di là della realtà fisica.

Sant’Agostino: sogni ordinari e sogni ispirati

Sant’Agostino, nel quarto secolo d.C., distingue nei suoi scritti, tra sogni ordinari (phantasie) e sogni ispirati (ostensiones). Nelle Confessioni narra che sua madre usava l’intuizione, per discernere se un sogno fosse di origine divina oppure naturale.

Sogni e Bibbia: simboli in comune

L’ansia per il futuro di Agostino le aveva, ad esempio, procurato dei sogni che ella aveva reputato naturali, e quindi non degni di essere raccontati. Secondo Agostino, le trame dei sogni sono accostabili alla Scrittura per ricchezza di significati simbolici, e i sogni, essendo frutto dell’immaginazione, più che fedeli riproduzioni della realtà, possono facilitare la percezione di significati spirituali reconditi, sottesi alla realtà quotidiana.

Gregorio studia le cause dei sogni

In Oriente, invece, Gregorio di Nissa (335– 394 ca. d. C.), nel tredicesimo capitolo del suo De hominis opificio (Sulla creazione dell’uomo), dal titolo “Ricerca delle cause del sonno, della sonnolenza e dei sogni”, dà risalto alle cause fisiologiche dei sogni. Egli ritiene che mentre quando si è coscienti la razionalità domina sulle funzioni della digestione e dei sensi, nel sonno quest’ordine è invertito, perché la digestione necessita di riposo.

Prodotto dei ricordi e del quotidiano 

I sogni sono dunque il prodotto congiunto dei ricordi di quanto si è fatto e visto nel corso della giornata, della digestione e del temperamento del sognatore, ma alcuni possono anche essere un mezzo che Dio sceglie per comunicare con noi. 

Gregorio Magno contro l’interpretazione dei sogni 

Papa Gregorio Magno (540–604 d.C.) si pronunciò invece nettamente contro l’interpretazione dei sogni. In un capitolo dei suoi Dialoghi, elenca sei cause dei sogni: lo stato del corpo, gli eventi del giorno precedente, il diavolo, i pensieri del sognatore in relazione al diavolo, una rivelazione di Dio e i pensieri del sognatore in relazione alla rivelazione divina.

Carattere illusorio

Anch’egli pone in risalto le cause fisiche dei sogni e, anche il loro carattere illusorio. Pur concedendo che alcuni vengano da Dio, la difficoltà di discernere l’origine li rende nel complesso inaffidabili: solo uomini del calibro dei profeti veterotestamentari erano in grado di interpretarli correttamente.

Le “preoccupazioni” ipotizzate da san Tommaso

Nel tardo medioevo le riflessioni sui sogni nella letteratura cristiana vanno rarefacendosi. Tommaso d’Aquino (ca. 1225–1274), la cui influenza sui pensatori successivi fu incalcolabile, pur citando i passi biblici che attestano il ruolo spirituale dei sogni, sceglie di dar risalto piuttosto ai testi che condannano la pratica dell’interpretazione dei sogni.

Anch’egli pone in risalto le dimensioni fisiologiche e fisiche dei sogni: a suo dire essi risentono come causa interiore delle condizioni fisiche e preoccupazioni del sognatore, e come causa esteriore dell’ambiente circostante o di cause spirituali.

Un uso “illecito”

L’influenza soprannaturale è talora di natura demoniaca e “talaltra riferibile a Dio, che rivela certe cose agli uomini in sogno per mezzo degli angeli”. Secondo san Tommaso l’uso deliberato dei sogni al fine di ottenere doni spirituali è illecito, in quanto assimilabile alla divinazione. I sogni latori di messaggi divini sono doni di Dio che si verificano spontaneamente, e non vanno cercati.

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