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Un giovane egiziano (non cattolico) si salva dopo aver implorato santa Rita

Santa Rita è una religiosa italiana, appartenente all'ordine delle Agostiniane. È vissuta tra il XIV e il XV secolo. Mentre assiste alla predica di un francescano, tale Giacomo della Marca, sulla passione di Cristo, ne viene fuori sconvolta. Di ritorno nella sua cella, chiede a Dio di poter sentire i dolori di Cristo direttamente nella propria carne. La sua richiesta è esaudita: una spina del crocifisso di fronte al quale si era inginocchiata si stacca e si conficca nella sua fronte. Ne conservò una piaga aperta e dolorosa fino alla morte.

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 03/06/22
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La storia di Heshia proviene da Messina, dove vive. Arrivò in Italia sui barconi. Per poi “sbarcare” in “brutti giri”. Ora è attivista di una parrocchia locale

Una storia di Salvezza: è quella di Heshia, uno dei ragazzi dell’associazione di volontariato “S. Maria della Strada” di Messina che “deve” a santa Rita la sua rinascita.

La fuga sul barcone 

Quella del giovane 24 egiziano, scrive La Gazzetta del Sud (1 giugno) è una delle tante storie di dolore e speranza: nel 2014, a soli 15 anni lascia la famiglia per fuggire a bordo di un barcone. Ma una volta giunto in Italia inizia per lui una lunga “peregrinatio” da una comunità all’altra, di città in città. Il distacco dagli affetti familiari e l’insicurezza lo spingono a sperimentare la fragilità di una vita dissoluta ed è così che si ritrova a “frequentare brutti giri”. 

MIGRANTS

Un destino segnato?

Anche a Messina, nonostante le cure della comunità che lo aveva accolto, il destino del giovane sembrava segnato. «Avevo perso ogni speranza di poter vivere un’esistenza dignitosa e mi sono rivolto a santa Rita», racconta Heshia che, pur non essendo cattolico, ha imparato a conoscere la straordinarietà di questa donna osservando i devoti che ogni giorno si raccolgono in preghiera ai suoi piedi, nel santuario di via S. Marta a Messina, per implorare grazie.

Le rose a santa Rita

«Vedere tante persone, anche giovani come me affidarsi alla santa per condividere dolori, paure e speranze, mi ha fatto comprendere il valore della fede al di là della religione che ognuno professa», dice commosso a La Gazzetta del Sud, mentre sistema le rose ai piedi della statua e allestisce l’altare tra una messa e l’altra. Sono trascorsi sei anni dall’ultima vicenda che lo ha visto coinvolto.

“Mi ha fatto conoscere Esmeralda”

Oggi Heshia è un ragazzo “con la testa sulle spalle”, sereno e pronto a rimettersi in gioco; ha imparato l’italiano e sta completando il percorso scolastico. «Santa Rita mi ha fatto conoscere Esmeralda», ci confida, una dolcissima ragazza con la quale sogna un futuro. 

“Punto di riferimento per i fedeli”

Il rettore, padre Franco Pati, al quale il giovane riconosce il merito di avergli permesso di «comprendere che ci si può sempre rialzare dopo una caduta, con dignità e coraggio», ammette che «ormai Heshia è diventato un punto di riferimento per i fedeli della nostra chiesa».

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