Una storia di Salvezza: è quella di Heshia, uno dei ragazzi dell’associazione di volontariato “S. Maria della Strada” di Messina che “deve” a santa Rita la sua rinascita.
La fuga sul barcone
Quella del giovane 24 egiziano, scrive La Gazzetta del Sud (1 giugno) è una delle tante storie di dolore e speranza: nel 2014, a soli 15 anni lascia la famiglia per fuggire a bordo di un barcone. Ma una volta giunto in Italia inizia per lui una lunga “peregrinatio” da una comunità all’altra, di città in città. Il distacco dagli affetti familiari e l’insicurezza lo spingono a sperimentare la fragilità di una vita dissoluta ed è così che si ritrova a “frequentare brutti giri”.
Un destino segnato?
Anche a Messina, nonostante le cure della comunità che lo aveva accolto, il destino del giovane sembrava segnato. «Avevo perso ogni speranza di poter vivere un’esistenza dignitosa e mi sono rivolto a santa Rita», racconta Heshia che, pur non essendo cattolico, ha imparato a conoscere la straordinarietà di questa donna osservando i devoti che ogni giorno si raccolgono in preghiera ai suoi piedi, nel santuario di via S. Marta a Messina, per implorare grazie.
Le rose a santa Rita
«Vedere tante persone, anche giovani come me affidarsi alla santa per condividere dolori, paure e speranze, mi ha fatto comprendere il valore della fede al di là della religione che ognuno professa», dice commosso a La Gazzetta del Sud, mentre sistema le rose ai piedi della statua e allestisce l’altare tra una messa e l’altra. Sono trascorsi sei anni dall’ultima vicenda che lo ha visto coinvolto.
“Mi ha fatto conoscere Esmeralda”
Oggi Heshia è un ragazzo “con la testa sulle spalle”, sereno e pronto a rimettersi in gioco; ha imparato l’italiano e sta completando il percorso scolastico. «Santa Rita mi ha fatto conoscere Esmeralda», ci confida, una dolcissima ragazza con la quale sogna un futuro.
“Punto di riferimento per i fedeli”
Il rettore, padre Franco Pati, al quale il giovane riconosce il merito di avergli permesso di «comprendere che ci si può sempre rialzare dopo una caduta, con dignità e coraggio», ammette che «ormai Heshia è diventato un punto di riferimento per i fedeli della nostra chiesa».