L'Antico Testamento non parla in modo esplicito della Madonna, ma alcuni testi che trattano del Messia (Gesù) che deve venire fanno riferimento anche a Sua Madre.
In modo più esplicito, abbiamo Genesi 3, 15 (il protovangelo), Isaia 7, 14 (la profezia su Gesù che nascerà da una vergine) e Michea 5, 1-3 (sulla donna che partorisce). Genesi 3, 15 dice: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno”. Questo passo merita alcuni commenti specifici.
Primo: in senso letterale, ci sarà un'inimicizia senza fine tra il serpente (il diavolo) e la donna (Eva), ma questa ostilità non finisce qui; continua tra la discendenza del serpente e della donna o tra buoni e cattivi. La donna è molto superiore al serpente, visto che questo, nella sua esistenza strisciante, attacca la donna solo al calcagno, quindi in modo basso, vile, mentre la donna, nella sua condizione elevata, lo colpisce alla testa.
Secondo: chi schiaccia la testa del serpente infernale è la Madonna (la Donna) o Cristo (la discendenza di Maria)? Monsignor Estêvão Bettencourt, OSB, spiega che è Nostro Signore, perché “il soggetto che colpisce la testa del serpente, in base all'originale ebraico, non è femminile, ma maschile (hu = egli). Ciò vuol dire che non la donna, ma la discendenza della donna vincerà il serpente” (Curso de Mariologia. Rio de Janeiro: Mater Ecclesiae, 1997, p. 1).
La confusione tra lui (Cristo) e lei (Maria) si verifica perché nella Vulgata San Girolamo ha tradotto erroneamente l'hu (egli) ebraico con ipsa (lei) in latino. Ad ogni modo, Maria (la nuova Eva) partecipa in modo preminente alla vittoria del Figlio. Per questo la Bibbia di Gerusalemme, trattando questo passo, dice in una nota: “Con il Messia è coinvolta Sua Madre, e l'interpretazione mariologica della traduzione latina ipsa conteret [lei schiaccerà – nota nostra] è diventata tradizionale nella Chiesa”.
Terzo: se in Genesi 3, 2-7, la donna (Eva) è raggirata dal tentatore e coinvolta nel peccato che porta tutto il genere umano alla disgrazia, in Genesi 3, 15 quella stessa donna appare come prototipo della Madonna, la madre della vita per eccellenza, associata intimamente a Gesù Cristo, il Messia, nella Sua opera di redenzione di ogni uomo e ogni donna sulla Terra. Nostro Signore è il secondo Adamo, e Nostra Signora la nuova Eva nella ri-creazione liberatrice dell'umanità. In Apocalisse 12, vedremo poi la Donna impegnata a combattere contro il drago, ma questi viene sconfitto dal lignaggio o discendenza di quella Donna, figura importante che appare anche in Giovanni 2, 4 e 19, 26.
Per concludere, ricorriamo a un insegnamento della Tradizione. Si deve a Sant'Ireneo di Lione (ca. 202), che, sottolineando il ruolo di Maria nel progetto salvifico di Dio, dice: “Come Eva, disobbedendo, divenne causa di morte per sé e per tutto il genere umano, allo stesso modo Maria, che (…) era ancora vergine, obbedendo divenne causa di salvezza per Sé e per l’intero genere umano”.
Il Magistero della Chiesa fa eco a questa tradizione ricordando, ad esempio, che, “come dice Sant'Ireneo, essa «con la sua obbedienza divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano ». Per cui non pochi antichi Padri nella loro predicazione volentieri affermano con Ireneo che «il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione coll'obbedienza di Maria; ciò che la vergine Eva legò con la sua incredulità, la vergine Maria sciolse con la sua fede» [178] e, fatto il paragone con Eva, chiamano Maria «madre dei viventi [179] e affermano spesso: « la morte per mezzo di Eva, la vita per mezzo di Maria »” (Lumen Gentium n. 56).
Ecco una breve riflessione su Genesi 3, 15 alla luce dell'eminente figura di Maria Santissima.