Papa Francesco ha annunciato la creazione di 16 cardinali elettori, che avverrà nel corso di un Concistoro stabilito per il 27 agosto 2022. Tra quanti riceveranno la berretta cardinalizia si trovano mons. Peter Okpaleke, 59 anni, vescovo di Ekwulobia (Nigeria) e mons. Richard Baawobr, 62 anni, vescovo di Wa (Ghana). Due giovani nuovi cardinali dai profili insoliti.
Mons. Peter Okpaleke, il vescovo umiliato dai suoi diocesani
È una scelta molto forte per la Chiesa in Nigeria, quella che papa Francesco ha posto creando cardinale mons. Peter Okpaleke. Il 59enne nigeriano ha un percorso assolutamente atipico. Quando papa Benedetto XVI decise, nel 2012, di nominarlo vescovo di Ahiara, Peter Okpaleke dovette fronteggiare la fronda dei cattolici della sua diocesi che non accettarono la sua nomina. La levata di scudi si doveva in parte alla sua appartenenza etnica. Contrariamente al suo predecessore, che era di etnia mbai, maggioritaria nella diocesi, mons. Okpaleke viene dall’etnia ibo, maggioritaria nel sud-est della Nigeria. Una questione qua i laici e i preti della diocesi non tollerarono.
Nel 2013, mons. Okpaleke chiese di poter rimandare di qualche settimana la data della propria consacrazione episcopale, nella speranza che le acque si calmassero. Vanamente. Consacrato vescovo fuori dalla diocesi, mons. Okpaleke non avrebbe mai preso funzione ad Chiara, e ciò malgrado le proteste venute da Roma. Davanti a questa «lamentabile» realtà, lo stesso papa Francesco è intervenuto e ha battuto il pugno sul tavolo nel 2017, ricevendo una delegazione della diocesi. «Penso che, in questo caso, non abbiamo a che fare con una questione tribale, ma con un tentativo di colpo di mano sulla vigna del Signore», fustigò allora durante un’udienza nel corso della quale comparò i diocesani ribelli ai vignaioli omicidi di cui parla il Vangelo.
Davanti alla delegazione nigeriana, il Pontefice lodò la pazienza del vescovo umiliato. Poi il Papa ha chiesto all’insieme dei preti della diocesi di scrivergli entro un mese a partire da quella data per riaffermare l’obbedienza al Romano Pontefice e il riconoscimento del Vescovo. Richiesta a cui i preti si sarebbero piegati, ma sperando – a quanto riportò allora Crux – che venisse comunque nominato un altro vescovo.
Alla fine, davanti allo stallo, papa Francesco ha accettato la dimissione di mons. Okpaleke, ma due anni dopo ha eretto una nuova diocesi, ad Ekwulobia, per nominarlo vescovo di quella.
Mons. Richard Baawobre, il primo Padre Bianco africano
Papa Francesco ha deciso di creare cardinale l’ex superiore dei Padri Bianchi, mons. Richard Baawobr, oggi vescovo della diocesi di Wa, nel nord del Ghana. Nel 2010 era stato il primo africano eletto alla testa dei Missionari d’Africa, società fondata alla fine del XIX secolo dal cardinale francese Charles Lavigerie.
Nato in Ghana il 21 giugno 1959, Richard Baawobr si è unito ai Padri bianchi nel 1981, dopo aver studiato filosofia nel seminario di Saint-Victor di Tamale. Dal 1981 al 1982 è stato a Fribourg, in Svizzera, per il noviziato. A seguire, dal 1981 al 1987, ha completato gli studi teologici all’Istituto Missionario di Londra. Fu nella capitale britannica che pronunciò i voti religiosi prima di essere ordinato prete, un anno più tardi, il 18 luglio 1987.
Dopo aver esercitato il proprio ministero in una parrocchia della Repubblica Democratica del Congo, il prete è partito per Roma per studiare esegesi al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Poi ha attraversato le Alpi per formarsi, a Lione, alla spiritualità ignaziana presso il centro spirituale gestito dai Gesuiti a Châtelard. Vi ha ottenuto una licenza in Sacra Scrittura e un dottorato in Teologia Biblica.
Dopo un’esperienza in Tanzania, dal 1999 al 2004 è stato direttore della casa di formazione dei Padri Bianchi a Toulouse. È poi diventato il primo assistente generale dei Missionari d’Africa. Durante il suo mandato è sopravvissuto a una trombosi venosa profonda. Nel 2010 è stato eletto Superiore generale dei Missionari d’Africa, funzione ricoperta fino al 2016. Durante quel ministero, confidò di star prendendo coscienza del fatto che la missione non si limita più all’Africa, ma che ormai va rivolta anche all’Europa, alle Americhe e all’Asia.
Fu poi scelto dall’Unione dei Superiori Generali per partecipare al Sinodo sulla Famiglia nell’ottobre 2015. Nel 2016, in qualità di islamologo (è vice-cancelliere del PISAI [il Pontificio Istituto di Studi Arabo-Cristiani]), fu nominato vescovo di Wa, in Ghana. Papa Francesco lo ha peraltro nominato membro e consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani nel luglio 2020.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]