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Un induista illuminato da Giobbe si converte. Il suo re lo fa ammazzare

Devasahayam Pillai
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 17/05/22
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Il Papa ha proclamato santo l’indiano "Lazzaro" Devasahayam. La sua conversione scatenò polemiche e un omicidio senza scrupoli

Tra i nuovi santi proclamati il 15 maggio 2022 da Papa Francesco, c’è Nilakandan, nobile indiano diventato cristiano con il nome di Devasahayam (che in hindu significa Lazzaro, “aiuto di Dio”). La sua conversione scatenò violente ritorsioni nei suoi confronti. Al punto da essere martirizzato e assassinato con una vera e propria esecuzione. Mentre era in agonia, davanti ai suoi aguzzini, urlò più volte il nome di Gesù. 

Lingue e arti marziali

Nilakandan nacque il 12 aprile 1712 in un piccolo villaggio dell’India del Sud, nel Regno di Travancore. Apparteneva all’alta casta dominante dei Nair, i cui membri lavoravano come soldati al servizio del re. 

Prima militare, poi ministro 

Da giovane si esercitò nelle arti marziali tradizionali, mentre studiava e imparava molte lingue. Nilakandan iniziò la carriera militare presso il re. E grazie a intelligenza e talento divenne ben presto ministro delle finanze del Regno di Travancore (Famiglia Cristiana, 15 maggio).

L’invasione olandese

Nell’anno 1741 l’esercito Olandese voleva estendere la propria influenza alle coste del Regno di Travancore. A questo scopo gli Olandesi decisero di attaccare il regno di Travancore. La guerra durò a lungo e alla fine il re Marthandavarma li sconfisse. Molti soldati e generali Olandesi, tra cui un alto ufficiale cattolico Eustache de Lannay, furono fatti pri­gionieri al termine della guerra.

Il generale “amico”

Re Marthandavarma, desiderava espandere il proprio regno verso la parte nord di Travancore. Sapendo che il generale dell’esercito De Lannoy era un esperto stratega militare ed un valente guerriero, lo arruolò nel proprio esercito ed in seguito lo nominò generale. De Lannoy fu incaricato di modernizzare l’esercito e di costruire fortificazioni, come Udayagiri. L’ufficiale di palazzo Nilakandan, ministro responsabile per le finanze del regno, divenne molto amico di De Lannoy.

Il libro di Giobbe

Le continue disgrazie nella famiglia di Nilakandan divennero occasione di condivisione delle sofferenze con De Lannoy. Quest’ul­timo tentava di consolarlo narrandogli le storie di sofferenza di Giobbe, uomo giusto, descritte nella Bibbia. Lentamente Nilakandan si sentì attratto dal cristianesimo ed espresse il desiderio ardente di credere in Gesù e di diventare cristiano.

La ritorsione del re

Il re Marthandavarma era contrario a qualunque conversione al cristianesimo ed in particolare a quelle di persone appartenenti alle classi superiori. Perseguitava tutti i cristiani per evitare ulteriori conversioni. De Lannoy, conoscendo molto bene le nefaste conse­guenze delle adesioni al vangelo, ebbe molte esitazioni nell’aiutare l’amico nel suo desiderio di abbracciare la fede cristiana. 

Il missionario gesuita

Alla fine però, grazie alle continue insistenze, De Lannoy decise di aiutarlo e lo inviò presso Don Giovanni Battista Buttari, missionario Gesuita, sacerdote presso Vadakkankulam, al di fuori del territorio del regno di Travancore, allo scopo di evitare l’ostilità del re Marthandavarma.

Il battesimo di “Lazzaro”

Il 14 maggio 1745 P. Buttari battezzò Nilakandan con il nuovo nome di Devasahayam, corrispondente al biblico Lazzaro, che signi­fica “aiuto di Dio”. Dopo il battesimo, Devasahayam fu molto felice e incominciò una grande opera di evangelizzazione per promuovere la fede in Gesù Cristo. Anche sua moglie Bargaviyamma ricevette il sacramento del Battesimo, col nuovo nome di Gnanappoo, cioè Teresa (Cause Santi).

L’arresto e le torture

La sua conversione fu ritenuta un tradimento e un pericolo per la solidità dello Stato induista. Fu arrestato il 23 febbraio 1749, catturato e torturato, ma accettò ogni cosa e offrì tutto per la gloria di Dio. Dopo tre anni di sofferenze, il 14 gennaio 1752 gli ufficiali ricevettero l’ordine speciale da parte del re di ucciderlo. 

“Gesù, salvami”

Spararono tre volte a Nilakandan. E lui cadendo sulla roccia gridò: «Gesù, salvami!». Fu beatificato il 2 dicembre 2012 nella città di Nagercoil (diocesi di Kottar) diventando il primo martire laico di nazionalità indiana. Dal 15 maggio 2022 Devasahayam è ufficialmente santo.

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