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So che Dio mi ama, ma non lo sento

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Carlos Padilla - pubblicato il 17/05/22
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Da dove viene la mia rabbia? Com'è possibile che reagisca in quel modo quando non raggiungo i miei obiettivi?

Da dove viene la mia rabbia? Come imparare a convivere con la frustrazione che mi provocano i fallimenti?

Come accettare chi mi ha danneggiato anche senza volerlo? E come perdonare quello che non so dimenticare e mi ha ferito tanto?

Le cose impossibili mi riempiono l'anima di paura e angoscia quando mi confronto con la mia fragilità.

E l'invidia mi fa male quando desidero quello che gli altri hanno e a me manca. Mi fa rabbia il successo del mio nemico se io sogno quello stesso successo.

Sì, ho dei nemici, li ho percepiti, li conosco. No so come sono apparsi nella mia vita. Ma sono lì, mi hanno danneggiato.

Mi spavento quando la mia reazione supera le dimensioni dell'offesa. Pensavo di essere più capace di affrontare i contrattempi.

Perché provo tanta rabbia?

Adolescente songeuse

Chi sono io? Cosa mi rende più felice? Com'è possibile che reagisca in questo modo quando non raggiungo i miei obiettivi?

Perché nella mia anima sboccia tanto pianto quando mi assale la solitudine? Da dove viene questa rabbia nascosta?

Non mi conosco. Sono uno sconosciuto in mezzo ai miei nodi, ai grovigli nell'anima, e non riesco a dare un nome a tutto ciò che mi accade.

Non so bene chi sono nel profondo del cuore, da dove vengo o dove vado.

Non so se mi inserisco nel luogo in cui sto solitario. Non so nemmeno se gli altri mi accettano o sono io stesso a non accettarmi e per questo sento il rifiuto degli uomini.

Ho abbandonato me stesso?

Non è facile dare un nome a tutto quello che mi accade, a tutto ciò che sento. Corro il pericolo di lasciarmi trascinare dalla corrente, senza opporre resistenza.

Non voglio che quello che mi succede influisca tanto su di me. Smetto di sforzarmi, di lottare per andare controcorrente. Smetto di mettermi sul piede di guerra per difendere la mia vita.

Mi vedo abbandonato da me stesso, messo da parte, come se non volessi sforzarmi più.

Forse sento che gli altri mi hanno abbandonato, ma in realtà sonoo stato io ad abbandonare me stesso.

Devo amarmi!

Perdo la dignità. Quando non mi amo è molto difficile che mi amino gli altri. Se non mi valorizzo, è complicato che qualcun altro lo faccia.

Serve uno sforzo titanico per ricominciare dopo aver fallito molte volte.

Decido di guardarmi con misericordia e di abbracciarmi con forza. Voglio imparare a valorizzarmi per poter ricominciare a lottare.

Come riesco a guardare col perdono negli occhi chi mi ha offeso? Come posso rallegrarmi tra le mie sconfitte?

Non ho paura dei fallimenti che mi spaventano tanto. La paura di perdere, di fallire, mi fa molto più danno che il fatto di perdere o fallire.

Le ore che passo temendo ciò che ancora non accade mi indeboliscono. Una volta che fallisco o cado, in quel momento posso cominciare una nuova tappa della mia vita. È un'opportunità per crescere.

Dio mi aspetta

Tutto il male che mi accade ha un senso? Non trovo spiegazioni. La realtà è quella che è, e posso solo accettarla senza pretendere di trovarle un senso. Non ci sono ragioni.

Fanno male le croci che soffro, e mi sento abbandonato da Dio, non amato. So che mi ama, ma non lo sento.

Ho capito che i successi che ottengo sono opera di Dio in me, e le mie mancanze sono prova della mia debolezza, e in essi Dio mi sostiene e mi ama anche di più dopo che sono caduto.

Non ho paura della croce che non posso evitare. Per questo non mi spaventano più le acque turbolente.

In questa vita può accadere di tutto: il bene e il male, la gioia e il dolore. Può essere che ci siano altre pene. Non lo so, ma non mi turbo.

So che il cielo è molto più grande e bello di quanto posso immaginare.

L'amore è sempre lì

SPARROW

Mi piace guardare il passato e sentirmi orgoglioso di quello che ho vissuto. Sono padrone della mia storia. Le mie decisioni mi hanno segnato, mi hanno reso quello che sono oggi.

Mi sento particolarmente amato da Dio quando tutto va male. So di essere molto piccolo, e sento di non poter fare niente da solo.

L'amore umano mi sostiene quando meno me lo aspetto. L'amore di Dio è sempre lì, nascosto, e mi permette di camminare sulle acque.

A volte, però, mi manca fede in tutto quello che posso diventare. Voglio credere al di là della carne che mi limita in un cielo infinito.

Desidero toccare le vette anche se non mi sento capace di farlo. Non accadono cose negative perché le ho cercate. Non devo aver paura, non sarà sempre tutto negativo.

Dio mi ama e non voglio dimenticarlo, me lo ripeto. Non mi abbandona mai. E non lo faccio neanche io.

Prendo nelle mani la vita che mi viene donata e la offro a Dio.

Ogni mattina mi alzo felice confidando. Egli saprà come rendere possibili i miracoli. Dovrà farlo, perché è il mio Dio e si prende cura di me ogni giorno.

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