Una banda di fanatici islamici ha bruciato viva una giovane cristiana e ha poi attaccato delle chiese per protestare contro l'arresto degli accusati di questo barbaro assassinio.
È avvenuto nel nord della Nigeria, regione punita da anni dal fondamentalismo malato di gruppi jihadisti come Boko Haram e la setta islamica dei pastori nomadi Fulani, che perpetrano attacchi ricorrenti e codardi contro villaggi cristiani, distruggendo case e piantagioni e sequestrando, torturando e assassinando chiunque si trovano davanti.
Secondo p. Christopher Omotosho, portavoce della diocesi cattolica di Sokoto, il Governo statale ha dichiarato il coprifuoco sabato 14 maggio per contenere le proteste dei giovani musulmani nella capitale dello Stato.
Le proteste, anche se sembra decisamente paradossale, sono state una reazione all'arresto degli accusati di aver lapidato e bruciato viva la studentessa cristiana Deborah Yakunu, che a loro avviso sarebbe stata irrispettosa nei confronti di Maometto, fondatore della religione musulmana. La ragazza aveva inviato un audio a un gruppo di WhatsApp del college in cui studiava, chiedendosi chi fosse Maometto.
Gli assassini della ragazza appaiono in un video scioccante che ha iniziato a circolare sui media locali. Le immagini mostrano la lapidazione di Deborah e il suo corpo in fiamme. Un ragazzo che indossa abiti tradizionali islamici della regione grida:
“L'ho uccisa io. L'ho bruciata. Questa è la scatola di fiammiferi che ho usato per bruciarla”
Nella stessa registrazione, un altro giovane grida “Allahu akbar”, “Allah è grande”.
Dopo l'arresto dei criminali, un altro gruppo di fanatici islamici ha dato inizio a violente proteste. Si tratta principalmente di giovani studenti, guidati da adulti. Hanno attaccato la cattedrale della Sacra Famiglia a Bello Way, distrutto le finestre della chiesa e della segreteria parrocchiale e devastato un pullman della parrocchia. Hanno anche compiuto atti di vandalismo contro la chiesa di St. Kevin, incendiandola parzialmente, e distrutto le finestre di un complesso ospedaliero in costruzione nella stessa zona. Hanno infine attaccato un centro umanitario cristiano e hanno bruciato un altro pullman.
Monsignor Matthew Hassan Kukah, vescovo di Sokoto, ha chiesto che le autorità statali “agissero prontamente” e che la polizia evitasse altri danni e attacchi.
Le autorità regionali sono state incompetenti al momento di garantire un minimo di sicurezza ai cittadini.