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L’Europa ascolti papa Francesco, una buona volta 

Véronique Fayet - pubblicato il 17/05/22
Con la guerra alle sue porte, l’Unione europea è a un tornante decisivo: capace di essere efficace, ma anche di rinchiudersi nelle proprie illusioni, avrebbe invece molto da guadagnare nell’ascoltare il Romano Pontefice.

«Sogno un nuovo umanesimo europeo». Ci ricordiamo che papa Francesco, sei anni fa, aveva schizzato per gli eurodeputati il ritratto di una Europa “nonna”, affaticata e invecchiata, che aveva disertato il proprio ideale. Un’Europa lontana dai popoli e più desiderosa di conservare il proprio territorio che di avviare processi di inclusione e di trasformazione. 

La pandemia da Covid ha dimostrato che, quando vuole, l’Europa può essere reattiva e affrontare un problema grave e urgente che non riguarda le sue competenze – la salute. Essa ha mostrato pure di essere capace di impegnarsi finanziariamente e solidalmente perché tutti i Paesi possano affrontare la crisi economica col sostegno europeo. 

Una nuova era 

Ecco che il 24 febbraio scorso l’Europa è scivolata in una nuova era. Il Vecchio Continente torna a sentire i rumori delle esplosioni alle sue porte (1.500 km da Berlino, 800 da Varsavia), e per i Paesi dell’Est l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ravviva il ricordo dei traumi del periodo sovietico. Per tutti è uno choc, un affronto: Putin ha osato! E la vecchia Europa, che si voleva lenta, burocratica, inefficace, si risveglia di soprassalto. In pochi giorni e all’unanimità, sono state prese decisioni forti per sanzionare la Russia mediante misure economiche molto restrittive, e per sostenere l’Ucraina mediante finanziamenti e forniture di armi. L’Europa è tornata in pochi giorni una potenza di primo piano sullo scacchiere mondiale, una potenza diplomatica e militare. 

Benissimo! Ma questa sana reazione provocata dalla crisi sanitaria, e poi dalla guerra, non deve illuderci: l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea non è cosa di oggi o di domani, e torna a porre la questione della Turchia, che attende da vent’anni. La revisione dei trattati – procedura lenta, lunga e complessa – non è una buona idea. Ricordiamoci di Maastricht! L’idea di una “comunità politica” è senza dubbio più interessante se rimette al centro dei dibattiti la questione democratica. 

La Conferenza per l’avvenire dell’Europa che ha dato la parola a una selezione di cittadini apporta idee nuove? Sarà seguita da effetti e verrà presa sul serio? 

Il sogno di papa Francesco 

Questo tornante imprevisto può essere per l’Europa il momento favorevole, il kairòs, per riascoltare l’appello che nel 2016 papa Francesco lanciava mentre gli veniva conferito il premio Carlomagno

Chi ascolterà il Papa? 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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