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I primi sguardi sul mondo: come si sviluppa la vista del bambino piccolo

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Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 17/05/22
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Il neonato vede complessivamente sfocato, riconosce i contorni di un oggetto, ma non i colori, distingue però la luce dal buio.

di Luca Buzzonetti

Come si sviluppa la vista del bambino piccolo

La funzione visiva ha un progressivo sviluppo e raggiunge la completa maturazione intorno all’età di 8 anni. Il neonato è già in grado di percepire figure e oggetti ad alto contrasto posti a circa 20-30 cm dal viso del bambino.
Alla nascita la capacità visiva, in particolare la capacità di discriminare i dettagli degli oggetti, è molto inferiore a quella dell’adulto (40 volte inferiore) a causa dell’immaturità della corteccia visiva, cioè di quella parte del cervello deputata alla elaborazione delle immagini. 

Come vede un neonato

Il neonato vede complessivamente sfocato, riconosce i contorni di un oggetto, ma non i colori, distingue però la luce dal buio. Non ha coordinamento oculo- motorio (ovvero non riesce ancora a coordinare i movimenti degli occhi) e, conseguentemente, può sembrare strabico, cioè con gli occhi male allineati.

Cosa accade intorno ai 6 mesi di vita

La capacità visiva migliora nel corso delle prime settimane permettendo, a 2-3 mesi di vita, di riconoscere oggetti a contrasto minore e forme colorate più complesse poste a distanza ravvicinata. Verso i sei mesi è presente una discreta coordinazione tra occhi e mani, aumenta la distanza visiva e la capacità di discriminare oggetti più piccoli, posti anche lateralmente, e inizia a essere presente la stereopsi, cioè la capacità di percepire la profondità, che maturerà completamente verso i 4-5 anni di vita.

La vista del bambino intorno ai 4-5 anni di vita

un anno di età il bambino è in grado di indicare gli oggetti che desidera, si amplia il campo visivo e cresce la capacità di discriminare oggetti sempre più piccoli e a distanza maggiore. L’acuità visiva raggiunge i valori definitivi intorno ai 4-5 anni.

Misurare i difetti di vista del bambino

È possibile misurare la refrazione, ovvero i difetti di vista, fin da quando il bambino è molto piccolo. In quella fascia di età, e comunque finché il bambino non è collaborante, durante la visita dall’oculista viene utilizzata una tecnica di esame che si chiama schiascopia, che in sostanza consiste nella proiezione di una luce all’interno dell’occhio opportunamente dilatato con un collirio.

I bambini normalmente nascono ipermetropi

La vista può essere misurata in maniera attendibile a partire dall’età di 4 anni. Vengono utilizzati simboli specifici, le “E” di Snellen, una grossa lettera E che il bambino tiene in mano e deve orientare nella stessa direzione di quella dell’esaminatore. I bambini normalmente nascono ipermetropi, cioè con un difetto di vista dovuto alla dimensione del bulbo oculare che alla nascita risulta più corto. Con la crescita le cose possono cambiare e può comparire una miopia, di rado prima dei 12- 13 anni di età, dovuta viceversa a un allungamento eccessivo dell’occhio.

Lo stigmatismo

L’astigmatismo, invece, è un difetto di vista prodotto prevalentemente dalla asimmetrica curvatura esterna dell’occhio, più precisamente della cornea. Questo astigmatismo si stabilizza intorno ai 3 anni di età ed è considerato fisiologico per valori minimi e, a meno di variazioni patologiche, non si modificherà successivamente.

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