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Gli effetti del porno sulla vita delle coppie 

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Magdalena Galek - pubblicato il 16/05/22
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Abbiamo intervistato uno psicoterapeuta polacco esperto in dipendenze e in sessualità maschile. Una conversazione su cui meditare.

Quali sono le conseguenze della pornodipendenza sulla vita matrimoniale? Cosa prova una donna quando scopre che il marito consuma video porno? Perché la pornografia può provocare gravi danni nel cuore della famiglia? Lo abbiamo chiesto a Piotr Kapera, psicoterapeuta polacco specializzato in dipendenze e sessualità maschile. 

Aleteia: Un uomo che consuma pornografia può diventare meno sensibile alla propria donna? 

Piotr Kapera: Sì, è una questione di intimità. Quando un uomo abituato a guardare pornografia pensa al sesso, non pensa soltanto a sua moglie, ma soprattutto ad altre donne. Egli associa il sesso a donne che ha visto nei film a luci rosse, a colleghe con cui s’immagina scene pornografiche. È così che funziona la sua memoria associativa. 

L’intimità ne soffre, perché può accadere che la relazione sessuale non venga associata alla moglie in via esclusiva. D’altro canto, alcuni uomini pensano alle scene viste nei film porno mentre hanno rapporti con la propria moglie, e questo rende oggettivata la relazione, cioè l’altro viene trattato come un oggetto: poco cambia che si tratti della moglie, perché per loro potrebbe essere qualunque altra donna. 

A.: E poi una donna il cui marito guarda regolarmente film pornografici può pensare di non bastare più al marito, o che nel suo corpo ci sia qualcosa che non va… 

P. K.: Quando un uomo consuma pornografia, intrattiene con essa una relazione come se fosse un’altra donna. Quando ne parla usa espressioni come, ad esempio, “mi dà piacere”, “soddisfa i miei bisogni”, come se parlasse di una vera partner. Quando la sua donna vera lo sorprende nell’atto di guardare film porno, egli reagisce come se fosse preso nell’atto di fare l’amore con un’altra donna. Imbarazzato, le spiega che il film gli è apparso sullo schermo per caso. Insomma, comincia a mentire, a nascondere le cose come se avesse un’amante. 

A.: Si può parlare di infedeltà? 

P. K.: La scoperta che il marito guarda pornografia è un’esperienza cocente per la maggior parte delle donne. Quando si chiede loro di paragonarla a un’altra situazione delle loro vite, il più delle volte la accostano all’infedeltà fisica con altre donne. Sentono le medesime emozioni: collera, tradimento, solitudine, bassa autostima… 

A.: La situazione può essere ansiogena, per una donna? 

P. K.: In una relazione coniugale, la donna avverte se può stare tranquilla o no. Quando un uomo è dipendente da pornografia, la donna si sente minacciata da una certo pericolo. C’è però anche un aspetto spirituale: se un uomo è sposato, la pornografia apre la porta al Maligno, che si immischia nel matrimonio. 

Poiché il marito e la moglie tendono a diventare una carne sola, le scelte del marito non incidono soltanto sulla propria persona, ma anche su quella della moglie. Uno dei miei amici, che sta uscendo dalla pornodipendenza e dalla masturbazione coattiva, ha notato la correlazione: quando ricade nella dipendenza, la moglie – che non lo sa – diventa più ansiosa e irritata. 

A.: Come reagiscono, le donne, quando scoprono il segreto dei mariti? 

P. K.: Il più delle volte la reazione può essere di due tipi. La prima è questa: cercano di prendere il controllo della situazione verificando la cronologia sul computer o sul telefono del marito. Montano la guardia come delle poliziotte. È un comportamento che si rivela distruttivo per loro: se uno vuole davvero fare una cosa, in qualche modo troverà la via per farla, ad esempio si procurerà un secondo smartphone. 

Altro comportamento distruttivo è questo: portarsi “al livello” delle pornodive. Ci sono donne che si lasciano tentare dalla chirurgia plastica, oppure si spingono “più in là”, quanto alle “prestazioni” in camera da letto. Solo che così rischiano di perdere la propria dignità, mentre cercano di soddisfare il marito come se fossero pornostar. 

A.: La pornografia modifica le attese di un uomo da una donna? 

P. K.: La pornografia può dare all’uomo la sensazione di un apparente potere sulla propria moglie. Di solito magari è timido, ma guardando del porno ha l’impressione di avere il controllo e il potere sulla propria moglie, che diventa capace di fare per lui qualsiasi cosa. È così che impara a trattare le persone come degli oggetti, e a trovare quasi normale distruggere la dignità di qualcuno. 

A.: Quali consigli dare allora alle donne che sanno che i loro mariti hanno questo problema? 

P. K.: Una delle mie amiche mi ha confessato che lei e il marito non avevano rapporti da diversi mesi perché lui preferiva consumare pornografia e masturbarsi. È andata a consultarsi con uno psicologo, il quale le ha raccomandato di partecipare a un gruppo di auto-aiuto di donne di mariti pornodipendenti. È stata una cosa buona, per lei, perché ha compreso che il problema era parte dell’esperienza anche di altre coppie. Ha compreso che se anche avesse avuto l’aspetto di Miss Mondo, quel che magari avrebbe ridestato l’interesse del marito per un momento, sarebbe poi subito tornato ad essere noioso per lui. Il problema è altrove: non si tratta della donna, ma del fatto che il marito è pornodipendente, che il suo cervello è malato e che forse ne è schiavo. È questa la ragione della sua mancanza di desiderio di avere relazioni sessuali con lei. 

A.: Anche i figli subiscono conseguenze della pornodipendenza del padre? 

P. K.: Una delle conseguenze è che il padre pornodipendente non riesce a parlarne col figlio. A mio avviso, parlare ai figli della pornografia e della sessualità in generale è compito del padre. È difficile parlarne a un bambino ove se ne sia consumatori. Che si può rispondere alla domanda “E tu come hai fatto, papà? Tu ne hai guardati, di film porno?”? Deve mentire? Deve dire la verità? E se dice la verità, non può aspettarsi che il figlio capisca perché non è cosa buona guardare della pornografia.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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