Ordinare una pizza il venerdì sera, un classico. Eppure è proprio nel bel mezzo delle cose normali che s'infila la Provvidenza, come sguardo alternativo alla tentazione di sentirci alla mercé di un caso beffardo.
Due donne sono state protagoniste di un fatto di cronaca che si è meritato l'eco su due grandi testate come il New York Times e la CNN. Piccoli fatti di quartiere in cui traluce qualcosa di epico, o meglio di corrispondente al nostro bisogno di un bene che ci venga incontro e non sia solo un discorso astratto.
Sophia, da fattorina a soccorritrice
Siamo in Massachusetts. Sophia Furtado, fattorina del servizio di consegne a domicilio DoorDash, si è trovata a soccorrere una donna in fin di vita, a cui doveva solo lasciare la pizza che aveva ordinato.
Erano le 10 di sera, e l'ha trovata riversa a terra davanti al cancello di casa con una forte fuoriuscita di sangue dalla testa. Cos'era successo?
Caryn Hebert Sullivan aveva avuto necessità di cenare tardi, aveva ordinato una pizza e per non svegliare la famiglia che già dormiva si era messa ad aspettare il fattorino fuori dalla porta di casa. Per colpa di un ginocchio dolonte è inciampata e caduta. Nello sbattere sul selciato si è procurata una grossa ferita in testa e ha perso i sensi. Quando Sophia è arrivata per consegnare la pizza, la donna era a terra grondante di sangue.
La prontezza di esserci
Sono proprio gl'incidenti domestici che svelano la nostra impotenza. Proprio nel nostro recinto non siamo padroni di nulla. Quante volte ci rendiamo conto che qualcosa di grave accade o non accade per un soffio? E cos'è poi questo soffio? Lo spiraglio di qualcosa che s'intromette nel flusso di vita che noi vorremmo gestito dalle sole nostre forze e pianificazioni.
Caryn era a casa sua, la comfort zone. Eppure. Poteva finire male, che lei rimanesse inerte a terra senza che i suoi cari si accorgessero di nulla. Quando il marito è stato svegliato e allertato, non è stato pronto a reagire attivamente. Comprensibilmente è stato assalito dal panico. La fattorina della pizza, guidata dagli operatori sanitari del Pronto Soccorso, ha compiuto le giuste manovre per salvare la donna. Le ha bloccato il collo per scongiurare lesioni spinali e le è stata accanto fino all'intervento dei soccorritori.
Il caso era grave, Caryn Hebert Sullivan è rimasta in ospedale per tre settimane. Una volta dimessa, ha ancora difficoltà all'udito pari al 60% e può guidare solo per brevi tratti.
Per un soffio non è morta nel giardino di casa, all'insaputa dei suoi familiari. Comprensibile che la donna oggi ringrazi Sophia chiamandola 'angelo custode'.
A volte lo diciamo soprappensiero, grazie a Dio. Ma lo diciamo. E poi ci sono momenti in cui lucidamente ci si rende conto che c'è il soffio di Lui dentro le nostre vicende, anche nei banalissimi venerdì sera a casa.
Chi bussa alla porta?
La notizia di questo fatto di cronaca a lieto fine è stata diffusa in questi giorni perché Sophia Furtado è stata premiata per il suo atto di soccorso, tanto spontaneo quanto decisivo. La DoorDash, ditta di consegne a domicilio, ha premiato la sua dipendente-angelo custode con un premio in denaro.
E questo dettaglio non è solo una ciliegina sulla torta. Ci permette di leggere la stessa storia raccontata finora a rovescio. Perché il soffio della Provvidenza è davvero multitasking, ma è riduttivo definirlo così. Si potrebbe notare che Dio conta davvero i capelli di tutti, contemporaneamente. O si potrebbe più semplicemente dire che il nostro destino è un percorso plurale, legato agli incontri e incidenti che ci capitano.
Sophia bussa alla porta per lasciare le pizze. Di solito è già molto se questi incontri fugaci coi fattorini lasciano il tempo a un saluto di sfuggita. Lei si è fermata per tutto il tempo necessario, anche se era a fine turno. E proprio dentro questo caso imprevisto qualcosa bussando anche alla sua porta. Il mestiere di soccorritrice avrebbe voluto davvero farlo, ma Sophia aveva lasciato gli studi nel momento in cui era diventata madre.
Grazie al premio ricevuto, Sophia concluderà gli studi infermieristici.
E ritrovo in questa storia l'alternativa reale alle tante discussioni su madri e lavoro, alle tante ansie che io stessa ho avuto. Ci sono stati curve brusche che mi hanno indotto a pensare che le maternità mi hanno tolto delle occasioni. L'errore è trattare tutto come una corsa di velocità, mentre Dio ci vuole compagni di maratona. Quello che noi vediamo come ostacolo presente, più avanti si svela come trampolino per saltare più in alto. Alla lunga il piano che Lui ha si svela opportuno a noi.
Sophia ha fatto la fattorina per mantenere la sua famiglia. La sua vocazione-mestiere al soccorso non è andata perduta. Al momento giusto è davvero spiccata. E adesso, attraverso la strada imprevedibile dei casi della realtà, potrà completare la sua formazione. Essere stata fattorina non è stata una perdita di tempo, nulla è inutile. La nostra presenza fa la differenza e Dio innesta la nostra vera vocazione dentro ogni briciolo di vissuto.
Concediamogli la pazienza di mostrarsi in tempi e modi che a noi non verrebbero mai in mente.