Vangelo di Giovedì 5 Maggio
Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
(Giovanni 6,44-51)
Avevano ragione alcuni grandi teologi a dire che noi non potremmo metterci a cercare nessuna verità se essa stessa non c’avesse trovati per prima.
Non potremmo metterci a cercare Dio se Egli stesso non avesse messo dentro di noi la nostalgia di Lui.
Ogni movimento di ricerca di ogni persona è sempre preceduto dall’iniziativa di un Altro. La nostra libertà consiste nello scegliere o meno di assecondare questa iniziativa che ci precede.
Ecco perché la prima vera attività della vita spirituale è domandarci se nella nostra interiorità sentiamo risuonare il richiamo a qualcosa o avvertiamo solo il rumore delle nostre preoccupazioni.
È certo che in noi c’è qualcosa di più profondo dei nostri pensieri, delle nostre preoccupazioni, delle nostre emozioni, ma non sempre ci facciamo caso e quasi mai deliberatamente assecondiamo il suo richiamo.
In questo senso se qualcuno vuole cominciare a pregare deve cominciare dal silenzio. Esso è la capacità di essere attenti a ciò che ci accade dentro per arrivare fino al punto di dargli un nome. Gesù ci dice che è il Padre dietro tutto questo, e che Lui è venuto al mondo per insegnarci come fare e come vivere di conseguenza a quest’opera del Padre in noi.