Martedì, 3 maggio 2022
1. Papa Francesco e la Chiesa sinodale
2. Se gli ambasciatori hanno lasciato Kiev, l'emissario del Papa è rimasto in città
3. Il medico del Papa gli impone dieci giorni di riposo totale e un'infiltrazione per il ginocchio destro
4. Suore cattoliche di colore: una storia a lungo trascurata
5. Scoperta in Nuova Zelanda una rara Bibbia “malvagia” che incoraggia l'adulterio
1. Papa Francesco e la Chiesa sinodale
La scorsa settimana si è svolto a Roma un incontro del comitato per il Sinodo sulla Sinodalità, che Papa Francesco ha convocato per il 2023. L'obiettivo era stabilire un percorso comune, parlare e iniziare a concretizzare il Sinodo, che dovrebbe dare un nuovo volto alla Chiesa, un volto sinodale. Nella Praedicate Evangelium, la nuova Costituzione che regola i compiti e le funzioni della Curia Romana, il Sinodo non è più definito Sinodo dei Vescovi, ma semplicemente Sinodo. Un incontro sinodale può quindi essere considerato più un'assemblea dei fedeli che un vero corpo di governo. Secondo il vaticanista Andrea Gagliarducci, Papa Francesco sta così implementando quello che ha sempre voluto: uno “stato di sinodo permanente”. Ad ogni modo, sorgono spontaneamente alcune domande. Papa Francesco riuscirà ad avere una Chiesa davvero sinodale e in ascolto o le sue intenzioni si scontreranno con una realtà che ha aiutato a costruire? Molte domande restano senza risposta, soprattutto considerando le conseguenze del Sinodo tedesco.
Monday Vatican, inglese
2. Se gli ambasciatori hanno lasciato Kiev, l'emissario del Papa è rimasto in città
A metà febbraio, la minaccia di un bombardamento russo aveva spinto molti ambasciatori a lasciare Kiev e a trasferirsi nell'Ucraina occidentale. La Santa Sede, invece, ha mantenuto la sua rappresentanza diplomatica nella capitale. “Vescovi e sacerdoti restano con il popolo. Resto con la gente perché fa parte della mia identità”, ha affermato l'arcivescovo Visvaldas Kulbokas, nunzio apostolico di origine lituana che da bambino ha vissuto nel sistema sovietico. Quando lavorava alla nunziatura a Mosca, ha servito come traduttore nelle conversazioni tra Papa Francesco e Vladimir Putin. Ora, a Kiev, insieme ai suoi cinque collaboratori che restano con lui nel contesto della guerra, ha cercato di favorire l'evacuazione dei residenti e dello staff di vari orfanotrofi vicini alla linea del fronte. I suoi tentativi di offrire aiuti umanitari a Mariupol, in unione con un vescovo ortodosso, sono falliti di fronte all'intransigenza dei soldati russi. Ha anche confidato di aver pianto quando ha accompagnato il cardinal Krajewski il Venerdì Santo alle fosse comuni di Butcha e Borodianka, dove sono state seppellite le vittime dei massacri.
The New York Times, inglese
3. Il medico del Papa gli impone dieci giorni di riposo totale e un'infiltrazione per il ginocchio destro
Se il ginocchio di Papa Francesco è stato oggetto di molti articoli per vari mesi, costringendolo a cancellare viaggi e a sfoltire la sua agenda, il quotidiano argentino Clarín offre dettagli sulla salute del Pontefice. Per ora i medici hanno escluso interventi chirurgici, ma il Papa deve rimanere a riposo assoluto e sottoporsi a una “consistente infiltrazione” per ridurre il rigonfiamento dei legamenti, rivela il quotidiano. Secondo l'ortopedico Francesco Bove, presidente della Fondazione per la Lotta all'Artrosi e all'Osteoporosi, l'osteoartrite di cui soffre il Pontefice deriva da un intervento a cui si è sottoposto nel 1994 a Buenos Aires, in occasione del quale gli è stata inserita una protesi all'anca destra. L'abitudine dei sacerdoti e delle suore di pregare in ginocchio, spiega, può aver “peggiorato le cose”. Il professore teme che “se passerà altro tempo senza miglioramenti, si potrebbe rendere necessario un intervento chirurgico”, soprattutto considerando il programma dei viaggi apostolici allo studio da giugno in poi: Libano, Sud Sudan, Reubblica Democratica del Congo, Canada e Kazakistan.
Clarin, spagnolo
4. Suore cattoliche di colore: una storia a lungo trascurata
Shannen Dee Williams, docente di Storia presso l'Università di Dayton (Stati Uniti), ha effettuato per 14 anni ricerche sulla storia delle suore cattoliche di colore americane. Nel suo libro “Subversive Habits”, che uscirà il 17 maggio e che l'Associated Press descrive come “completo e avvincente”, ripercorre la storia e l'esperienza di questa comunità. L'argomentazione principale della Williams, che l'autrice espone nella prefazione, è il fatto che la storia quasi bicentenaria di queste suore è stata ampiamente trascurata o soppressa da chi era ostile nei loro confronti. Attraverso la sua ricerca, la Williams ha scoperto che molte suore di colore non erano disposte a condividere dettagli sull'aver sperimentato realtà come razzismo o discriminazione. Nel testo si racconta anche la storia di ordini specifici che aiutano i giovani di colore svantaggiati o di religiose pioniere, come suor Mary Antona Ebo, che si sono battute per il diritto di voto alle persone di colore. “Per fin troppo tempo, gli esperti del passato americano, cattolico e di colore hanno dichiarato in modo conscio o meno – per dichiarazioni false, emarginazione e cancellazione totale – che la storia delle suore cattoliche di colore non conta”, scrive la Williams, spiegando che il suo testo è invece la prova del fatto che la loro storia “ha sempre contato”.
Associated Press, inglese
5. Scoperta in Nuova Zelanda una rara Bibbia “malvagia” che incoraggia l'adulterio
Una copia di una Bibbia estremamente rara soprannominata “Bibbia Malvagia” è stata ritrovata in Nuova Zelanda, riporta il quotidiano britannico The Guardian. Il testo deve il suo soprannome a un errore verificatosi durante la sua stampa nel 1631, quando gli stampatori hanno omesso la parola “non” parlando del settimo comandamento [nelle Bibbie protestanti ci sono delle inversioni dell'ordine dei comandamenti rispetto alla Bibbia cattolica, n.d.t.], “dicendo a chi leggeva 'Commettere adulterio'”. I due stampatori britannici realizzarono 1000 copie, ma dopo la scoperta dell'errore vennero covocati dal re Carlo I e spediti davanti a un tribunale per questo “errore scandaloso”. Come risultato, persero la licenza di stampa, vennero fortemente multati e le copie esistenti furono distrutte. Si dice però che ce ne siano 20 in circolazione, sfuggite all'auto-da-fé. Oggi gli storici dibattono ancora sul fatto che l'errore sia stato volontario o meno. L'ipotesi più probabile è che fosse un modo per ridurre i costi della stampa, all'epoca molto elevati.
The Guardian, inglese