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L’importanza di mostrare ai figli riferimenti di vocazioni diverse

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María Álvarez de las Asturias - pubblicato il 03/05/22
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Perché non far sì che i nostri figli conoscano persone che hanno fatto diverse opzioni di vita? Li aiuteremo a scoprire la loro strada

“Quando i miei genitori avevano entrambi il turno di pomeriggio, uscendo da scuola andavo a fare merenda e i compiti a casa di una compagna di scuola. Nella sua famiglia c'era “qualcosa” di diverso, che a casa mia non c'era. Non sapevo definirlo, ma lo notavo.

A poco a poco mi sono resa conto che la differenza era che i suoi genitori andavano molto più d'accordo dei miei. In quella casa c'era un ambiente di fiducia, e qualcosa che non conoscevo: pregavano. Quel primo incontro con persone credenti mi ha segnata: volevo per me quello che vivevano loro. Così è iniziato il mio cammino verso la Chiesa cattolica”.

È la testimonianza di un'amica che mi è tornata alla mente in questi giorni. Ho chiesto alle persone che mi leggono su Instagram se potevano suggerirmi idee da proporre alle coppie interessate al matrimonio. Alcuni hanno detto “Mostrare matrimoni normali, non coppie perfette: sempre belli, eleganti, con bambini ideali e la casa ordinata”.

Mi sembra una risposta molto intelligente: se vogliamo che le coppie si avvicino almeno a sapere cos'è il matrimonio, dovremo mostrare loro con la vita com'è un matrimonio “vero”, non uno da rivista. Visto che non siamo perfetti, non lo saranno neanche i nostri rapporti, ma l'amore imperfetto non smette di essere reale, come dice Papa Francesco nella Amoris Laetitia.

“Mi ama come è e come può, con i suoi limiti,

ma il fatto che il suo amore sia imperfetto

non significa che sia falso o che non sia reale.

È reale, ma limitato e terreno”.

Amoris Laetitia, 113

Bisogna mettere “in mostra” matrimoni veri, a cui altre coppie possano far riferimento. Gli altri devono percepire che siamo felici nel nostro matrimonio. Il modo migliore di proporlo è mostrare che, nonostante le difficoltà che sorgono nella vita, quell'unione vale la pena. Significa proclamare con la propria vita che abbiamo trovato un tesoro e mostrare agli altri che anche loro possono trovarlo e viverlo, com'è accaduto alla mia amica con la fede.

couple

Dobbiamo chiederci come mostrare riferimenti delle varie opzioni di vita. Per conoscere la vocazione sacerdotale, non basta che nella giornata del seminario venga un seminarista in parrocchia: è meglio che siano presenti vari giorni a settimana, convivendo con le persone della parrocchia. Così sì che c'è possibilità di far sì che i più piccoli – e i grandi – possano conoscere la loro vocazione.

Con il matrimonio accade lo stesso: se i giovani non hanno modelli reali, sarà molto difficile che pensino di sposarsi. Ricordo una ragazza giovane che stava per sposarsi e difendeva con le unghie e coi denti, di fronte a una donna appena divorziata, il suo desiderio di un amore per sempre. Lo aveva visto nei suoi genitori, e voleva la stessa cosa per sé. Non tutti, però, lo vedono nei genitori o nelle persone vicine, e spesso abbiamo una pastorale a compartimenti stagni: da un lato quella della Cresima, dall'altro quella della preparazione al matrimonio; un gruppo per gli sposi novelli, un altro per le coppie sposate da più tempo... Non dico che non sia positivo stare con le persone che condividono la stessa tappa della vita, con interessi, preoccupazioni e difficoltà simili, perché è un'ottima forma di accompagnamento.

Sarebbe però opportuno proporre momenti comunitari in cui le persone di qualsiasi età e condizione di vita si possano incontrare. Si può fare in vari modi: escursioni, pellegrinaggi, campeggi estivi aperti a tutti... Una proposta che mi piace sono i momenti di adorazione, che permettono a chiunque di unirsi, combinati con proposte di formazione su temi di attualità, non solo con contenuti per giovani o famiglie.

COMPOSTELA

Più è libera la partecipazione, più dal mio punto di vista è facile che le persone possano partecipare e intavolare rapporti di amicizia in libertà. È un modo per favorire l'incontro tra persone di varie età, vocazioni e situazioni personali. Senza forzare in alcun modo, si vuole promuovere un ambiente che favorisca tutti, in cui gli uni e gli altri possano trovare e comprendere le varie vocazioni, la vita e le necessità altrui. Anche persone non credenti possono unirsi per ascoltare una conferenza su un tema di attualità, o per una gita o un cineforum.

In quella convivenza, tutti imparano da tutti, e si pone davanti a ciascuno la vita degli altri, con le sue gioie e difficoltà. Si propongono vite reali in cui ci si può riflettere negli altri.

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