Due astrofisici della Specola Vaticana hanno proposto una comprensione matematica radicalmente nuova del momento iniziale del Big Bang, ha annunciato la Sala Stampa della Santa Sede in una dichiarazione il 29 aprile 2022.
Padre Gabriele Gionti e padre Matteo Galaverni stanno mettendo in discussione l'affidabilità dell'approccio matematico alla gravità noto come “teoria gravitazionale Brans-Dicke”, e propongono una “nuova tecnica molto promettente per comprendere il comportamento della gravità nei primi attimi dell'universo”.
In un articolo pubblicato il 15 aprile sulla prestigiosa rivista Physical Review D, i due sacerdoti italiani prevedono l'esistenza di una nuova “cornice” per comprendere la gravità in cui “la forza gravitazionale si estende all'infinito, mentre la velocità della luce si avvicina allo zero”.
Questa “nuova prospettiva”, dicono gli autori, potrebbe offrire una migliore comprensione degli inizi dell'universo e delle teorie sulla sua “rapida espansione iniziale”, in particolare del russo Alexei Starobinsky, e promuovere la ricerca di una “teoria quantistica più generale”.
Con il loro lavoro, i due sacerdoti si pongono sulla linea prestigiosa degli scienziati cattolici che hanno compiuto progressi nella fisica. In questo senso, ricordano i contributi dei sacerdoti Giovanni Battista Riccioli e Francesco Maria Grimaldi sulla gravità nel XVII secolo (che hanno scoperto il fenomeno dell'accelerazione dovuta alla gravità) e di Georges Lemaître, ideatore della teoria nota come “teoria del Big Bang” all'inizio del XX secolo.
Istituita nel 1891 da Papa Leone XIII, la Specola Vaticana, con base a Castel Gandolfo, mira a mostrare al mondo che la Chiesa sostiene la buona scienza. Oggi opera soprattutto da Tucson (Arizona, Stati Uniti), dov'è stato installato un telescopio high-tech per approfittare al massimo del cielo stellato.