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Alcide De Gasperi scriveva preghiere in cui chiedeva aiuto a Dio

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 02/05/22
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Questa ispirazione avveniva nei momenti più difficili della sua vita: lo ha raccontato la figlia Maria Romana, scomparsa di recente

Alcide De Gasperi, uno dei più maggiori statisti della storia d’Italia, era alla continua ricerca di Dio: scriveva frasi, preghiere per “dialogare” con il Signore, sopratutto nei momenti più difficili e drammatici. Questo volto inedito dello statista è stato svelato dalla figlia Maria Romana, scomparsa di recente. 

“Una religiosita enorme”

«Più leggo le cose che mio padre ha fatto e scritto fin da giovane - afferma Maria Romana - e più mi convinco che sia stato spinto da una spiritualità e da una religiosità enorme. Il suo unico desiderio era quello di portare le idee cristiane nella politica. La ricerca di Dio e l’anelito verso il trascendente, ma anche l’assunzione di responsabilità verso il Paese e la faticosa esperienza di governo. Questi elementi fecero parte di un’unica cornice umana».

«L’ultima volta che la vidi (..) smise all’improvviso di parlare e aprì un cassetto della sua scrivania, tirando fuori un vecchio libro al cui interno aveva raccolto alcuni foglietti appuntati che suo padre lasciava in mezzo alle sue carte. 

Il libro “segreto”

In quel vecchio libro si racchiude la profonda di Alcide De Gasperi. Al suo interno, ci sono «frasi, citazioni e preghiere che scrisse di getto in italiano e in latino su carta intestata della Presidenza del Consiglio o di qualche ministero. Sono richieste che faceva al Signore, supplicandolo di aiutarlo nei momenti difficili». 

ALCIDE DE GASPERI

Il commento

Maria Romana conservava «questi fogli con cura da tanti anni, ma non mi sono mai decisa a pubblicarli - spiegò - perché ritengo che per essere compresi e valorizzati appieno dovrebbero essere accompagnati dal commento di un religioso».

La solitudine di Alcide

La figlia di Alcide De Gasperi, oltre che sulla fede, ha rivelato anche un altro fatto inedito sulla solitudine del padre. «Non significava che fosse un uomo votato alla solitudine. Al contrario, viveva molto volentieri in mezzo alla gente. Ma si ritrovò solo in molti periodi della sua vita, quando dovette prendere decisioni assai difficili. Durante il periodo fascista, ad esempio, non poté parlare quasi con nessuno al di là di pochissimi amici». 

Basata sulla serietà

«Lo stesso avvenne in seguito - concludeva Maria Romana - quando parlava al popolo dicendo sempre ciò che pensava. La sua fu innanzitutto una solitudine di natura politica, poiché la 'sua' politica era basata sulla serietà, sui principi e sulla convinzione di essere sulla strada giusta» (Avvenire, 1 maggio).

L’intervista integrale su: www.dellaportaeditori.it.

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