Raoul Bova riabilita la funzione sociale del parroco e parla del suo rapporto con la fede: lo fa da ospite alla trasmissione “Password” su radio Rtl 102.5, rispondendo alle domande su Don Massimo, il “nuovo” Don Matteo della fortunata serie di Rai1.
La famiglia di “Don Matteo”
L’attore romano ha detto di essersi ben inserito nella famiglia di “Don Matteo”. «È stato facilissimo perché mi hanno accolto a braccia aperte. Sono stato accolto da tanto affetto e tanta professionalità», ha raccontato l’attore. «Quello che c’è sul set di Don Matteo è l’amore per quello che si fa con grande passione. C’è un grande impegno e grande rispetto per il lavoro di tutti, dal primo all’ultimo».
Cosa è la fede per Raoul Bova
Raoul Bova ha parlato anche del suo rapporto con la fede. «La fede per me è una ricerca, da quando ero bambino. Non è detto che sia lineare e sempre al massimo, proprio perché la cerco ogni giorno. Credo tanto all’energia, alla forza che dona la fede», ha raccontato l’attore. «Anche il fatto di essere arrivato a questo progetto, il fatto di avere qualcosa in cui credere mi dà la forza di andare avanti. Anche in questo ci siamo incontrati con Luca Bernabei, un segno che ci è arrivato dal cielo incontrandoci».
Le domande sulla vita
L’amministratore delegato della Lux Vide Bernabei ha evidenziato che la scelta di interpretare Don Massimo non è ricaduta casualmente su Raoul Bova. «Quello di Don Massimo è un ruolo che non avrei offerto a Raoul Bova se non avessi capito e visto che è in cammino e che si sta facendo tante domande sulla vita».
Il ruolo oggi di un parroco
E l’attore ha spiegato che ha scelto di interpretare questo ruolo perché «un parroco oggi è importante nella nostra società. La cosa più difficile è stare vicino alla gente, ai giovani di oggi che stanno nelle nostre città». «Molti giovani oggi - ha proseguito Raoul Bova - sono persi. Cercare di ridare una figura a cui appoggiarsi è molto bello».
Le differenza tra Don Massimo e Don Matteo
Quali sono le differenze tra Don Massimo e Don Matteo? «Sono diversi nel rapporto con la fede e con loro stessi. Don Matteo era più compiuto, aveva tante risposte, aveva fatto un percorso spirituale già avanzato», ha raccontato Raoul Bova.
«Don Massimo, invece, è all’inizio del suo essere prete. Ha tante domande e ancora tante risposte non se le è date. Durante le puntate avrà la possibilità di capire cosa siano il perdono, la redenzione. Si confronterà e avrà delle difficoltà da accettare. Un’altra differenza tra i due è che di Don Matteo non si conosceva il passato, mentre Don Massimo racconta la sua provenienza: un uomo che ha vissuto un’altra vita e storie che piano piano sveleremo» (Famiglia Cristiana, 28 aprile).