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L’angelo di Fatima chiese ai pastorelli di fare “sacrifici”. A cosa si riferiva?

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 30/04/22
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L'angelo è apparso prima della Madonna. E' come se volesse preparare Lucia, Giacinta e Francesco al successivo incontro con la Vergine

L’angelo non è apparso una sola volta ai pastorelli di Fatima: Giacinta, Lucia e Francesco lo hanno visto dopo alcuni mesi dalla prima apparizione quando si presentò come “Angelo della pace”. E proprio durante la seconda apparizione che l’angelo ha fatto una richiesta particolare ai tre pastorelli. Madalena Fontoura ne parla nel libro “I Pastorelli di Fatima” (edizioni Ares).

“Cosa fate?”

In una giornata di calura, mentre i pastorelli si rifugiarono in una grotta per rinfrescarsi sulle alture di Fatima, apparve lo spirito celeste. Loro lo riconobbero. Con il tono di voce di chi vuole correggere, l’Angelo gli chiese: «Cosa fate? Pregate! Pregate molto! I cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi disegni di misericordia. Offrite costantemente all’Altissimo preghiere e sacrifici».

Invocare il nostro angelo fa avvertire più vicina la sua protezione. La pratica dei "martedì" è raccomandata dalla Chiesa.

“Io sono l’Angelo del Portogallo”

Lucia domandò prontamente: «Quali sacrifici dobbiamo fare?». La risposta non tardò: «Di tutto quello che potete, offrite un sacrificio in atto di riparazione per i peccati con cui Lui è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori. Attirerete così la pace sulla vostra patria. Io sono il suo angelo custode, l’Angelo del Portogallo. Soprattutto, accettate e sopportate con sottomissione le sofferenze che il Signore vi manderà».

Francesco si sblocca

Solo dopo questa seconda apparizione Francesco si decise a parlare: voleva sapere cosa avesse detto l’Angelo, perché non aveva udito nulla, ma soltanto visto. Anche la prima volta era successo così. Tuttavia, pur non avendo udito, era come stato spinto dalla stessa urgenza di agire e rispondere che aveva toccato il cuore di Lucia e Giacinta. Per ottenere la risposta dovette però aspettare fino al giorno seguente: avvolte dalla stessa atmosfera soprannaturale, dallo spesso imperioso silenzio successivo alla prima apparizione, nessuna delle due riusciva a parlare.

Il silenzio

Francesco quasi non dormì la notte mentre pensava all’Angelo e tentava di indovinare ciò che aveva detto loro. Il giorno seguente Lucia gli raccontò tutto, ma lui non smetteva di fare domande sul significato di quelle parole misteriose. Le risposte, comunque, non arrivarono tutte in quello stesso giorno. Arrivarono pian piano, perché l’apparizione dell’Angelo aveva quell’effetto inspiegabile di imporre il silenzio.

“Non so cosa sento”

Riguardo alle apparizioni dell’Angelo a Fatima, Giacinta confessò: «Non so cosa sento. Non riesco più a parlare; né a cantare, né a giocare, non ho la forza di fare niente». «Anche io», aggiungeva Francesco, «ma cosa interessa? L’angelo è più bello di tutto questo. Pensiamo a lui».

“L’anima era concentrata in Dio”

Alcuni anni dopo, quando Lucia ricordò e annotò tutto ciò che era successo, descrisse così l’effetto provocato in loro dall’apparizione dell’Angelo a Fatima:

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