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Siamo stati liberati a caro prezzo e non siamo più vittime del male

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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 24/04/22
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Il rapporto con Cristo ci permette di non lasciarci cambiare dal male che incontriamo e di non essere indifferenti alle urgenze della vita.

Vangelo di lunedì 25 aprile

Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.

(Marco 16,15-20)

Nella festa di San Marco Evangelista di oggi leggiamo proprio un brano tratto dal suo vangelo che ci dice con chiarezza quali sono i segni che accompagnano quelli che credono: 

Il primo segno riguarda il male: un cristiano non è più in una posizione di vittima rispetto all’azione del male perché Gesù gli ha dato potere sul male, gli ha dato potere di resistere e di vincere. Se dimentichiamo questa forza che c’è in noi rischiamo di vivere da schiavi nonostante siamo stati liberati a caro prezzo  da Colui che  ha donato la sua vita per la nostra liberazione.

Il secondo segno riguarda la capacità di comunicare: parlare lingue nuove significa che la fede quando è vera diventa comprensibile ad ogni esperienza umana. La fede non è mai un discorso chiaro per un ghetto di persone, ma è sempre sentirsi capiti e farsi capire in ogni tipo di esperienza umana. Prendere in mano i serpenti implica la capacità di prendere di petto le questioni più serie che ci capitano e che abitano il presente; un cristiano non può mai essere indifferenze alle urgenze che si manifestano in ogni tempo.

E tutto questo può accadere perché la vicinanza con Cristo e il continuo rapporto con Lui ci aiuta a non lasciarci cambiare dal male che incontriamo (bere un veleno), anzi a cambiare il male in bene. Infine imporre le mani ai malati e guarirli, che da una parte significa letteralmente guarire qualcuno ma che ha anche il significato di essere guarigione per l’altro offrendo a lui la nostra presenza, la nostra prossimità, il nostro esserci. 

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