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Da hostess a Singapore alla clausura: l’inaspettato percorso di Evelyn 

SOR EVELYN

Suor Evelyn di Gesù Bambino, monastero di San Domenico a Segovia (Spagna)

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Matilde Latorre - pubblicato il 23/04/22
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Ha lasciato una vita lussuosa per dedicarsi alla preghiera e al lavoro in un monastero in Spagna: “La vocazione della monaca di clausura è come il cuore, non lo vediamo ma è fondamentale”, afferma

Dopo tre decenni senza vocazioni, nel luglio scorso il Monastero di Monache Domenicane di Santo Domingo el Real di Segovia ha accolto una nuova religiosa professa perpetua: suor Evelyn del Bambino Gesù, proveniente da Singapore.

SOR EVELYN

Sì, avete letto bene, Singapore, quel piccolo Paese asiatico con un reddito pro capite due volte superiore a quello spagnolo. Evelyn ha lasciato il suo lavoro da hostess in una delle linee aeree più importanti del suo Paese per consacrarsi a Dio in una vita di preghiera e lavoro.

“Avevo tutti i lussi che potevo desiderare, ma mi sono resa conto che nulla poteva riempirmi davvero”, ricorda la religiosa, che nel gennaio 2018 aveva già pronunciato i voti temporanei di povertà, castità e obbedienza nel Monastero di Segovia.

Dal protestantesimo

Evelyn aveva ricevuto il Battesimo nella Chiesa protestante, e come ha rivelato in un'intervista concessa alla Fundación DeClausura “cercavo sempre Dio. Cercavo la Verità, anche se non ero molto religiosa”. 

“Ho frequentato il collegio protestante per dodici anni”, ricorda. “In seguito Dio mi ha dato la grazia di comprendere l'insegnamento sulla chiave di Pietro attraverso un amico cattolico, e sono stata accettata nella Chiesa cattolica”.

Come hostess, Evelyn si recava spesso a Roma, e in genere andava in una delle chiese più belle della Città Eterna, quella di Santa Maria sopra Minerva, dov'è sepolta la grande santa domenicana Caterina da Siena.

“Ho un'amicizia spirituale con lei”, confessa suor Evelyn. “La chiamo 'madre', come la gente del suo tempo, e condivido il suo stesso carisma di ‘veritas’”, la ricerca e la fedeltà alla verità.

“In seguito a Singapore le Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta mi hanno presentato un sacerdote domenicano che celebrava la Messa con loro. Così ho conosciuto i Domenicani spagnoli. Uno di loro è di Segovia, ed è stato lui a presentarmi quelle che oggi sono le mie consorelle”.

Non tutto è stato facile per Evelyn. Per la sua famiglia è stato piuttosto difficile accettare la decisione di lasciare tutto per entrare in monastero.

“Avevo una vita molto agiata”, riconosce la religiosa, “ma in Asia le persone sono piuttosto religiose, e la religione le aiuta ad accettare la vocazione, a poco a poco. Ora sono d'accordo perché sanno che qui sono felice”.

“Ciò che conta è che Dio ci cerca, finché non ce ne rendiamo conto”, assicura suor Evelyn. “Quando iniziamo a sentire che ci manca 'qualcosa' perché quello che abbiamo non ci riempie, bisogna essere molto sinceri con se stessi e sapere cosa vuole davvero”.

Missione nella clausura

Il motto dell'Ordine domenicano è “Lodare, benedire e predicare”. Sembrerebbe paradossale che per vivere questa missione suor Evelyn abbia deciso di consacrarsi a Dio in un monastero contemplativo.

Lei, però, spiega che questa missione si vive “con il silenzio e la preghiera. Non bisogna parlare molto, perché l'esistenza di una monaca di clausura può fare di più che se fosse nel mondo, per la sua vita di preghiera, per la sua vita di carità con le consorelle...”

“E anche se molta gente non capisce la nostra forma di vita né sa della nostra esistenza, la vocazione della monaca di clausura nel monastero è come il cuore per l'essere umano. Non lo vediamo, ma è fondamentale. La vita di una monaca di clausura nella Chiesa è così”.

SEGOVIA

Una giornata nella vita di una Domenicana contemplativa

Suor Evelyn del Bambino Gesù rivela con semplicità com'è una giornata nel suo monastero. 

Inizia, com'è noto, con la preghiera. “Dall'alba preghiamo per mantenere l'unione con Dio e con l'umanità”, spiega. La Costituzione Sacrosanctum Concilium ci insegna che la la liturgia “è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia”.

“Al mattino lavoriamo per unirci alla gente, che si guadagna il pane con sforzi e sudore. Dopo mangiato abbiamo un momento di ricreazione, e al pomeriggio c'è lo studio, che nel nostro ordine è molto importante”.

“Per le monache, lo studio non solo nutre la contemplazione, ma rimuove gli impedimenti che derivano dall'ignoranza”, sottolinea la religiosa domenicana. “Lo studio informa poi il giudizio pratico, ed è anche un modo per illuminare la mente da parte dello Spirito Santo”.

“Alle 19.00 riceviamo la forza che emana in modo particolare dall'Eucaristia”.

Ogni cristiano è contemplativo

Suor Evelyn rompe gli schemi affermando che “la vida contemplativa non è solo per le monache o i religiosi. In effetti la contemplazione, o lo sguardo amorevole dell'anima verso la Verità divina, è per tutti i cristiani”.

“È vero che la vita religiosa ci offre un'esistenza che favorisce la ricerca di Dio, perché è una chiamata di Dio. Quando rispondo a Dio e agisco in base alla Sua Volontà mi sento felice. Per me, la religiosa può dare la vita non solo totalmente a Dio, ma, per il Signore, anche totalmente all'umanità”.

“Sono una peccatrice, ma Dio vuole che io sia come una sentinella nel mondo per dire 'Dio c'è. C'è eternità'”.

Il segreto del sorriso

Quello che attira Evelyn della vita di una monaca di clausura “è accettare l'Amore di Dio, l'unione con Dio per compiere la Sua Volontà”.

“Voglio solo rendere grazie a Dio per questa chiamata e per il dono della vita religiosa”, afferma.

Se c'è una cosa che colpisce di suor Evelyn è il suo sorriso costante. A chi le chiede a cosa attribuisce questo segreto risponde senza esitare: “Alla felicità in Dio”.

Ora che è “sposa di Dio”, dopo la professione perpetua, spiega che questo presuppone semplicemente “una maggiore intimità con Lui”.

Aleteia, rete globale cattolica di informazione, in virtù della sua missione contribuisce, in collaborazione con la Fundación DeClausura, a comunicare la vita, la spiritualità e i prodotti dei monasteri contemplativi.

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