Lasciarsi andare nella vita spirituale non è una cosa facile. Priscille non ha saputo per anni come risolvere questa difficoltà. La donna single di 35 anni, che lavora in un'agenzia per le comunicazioni di Strasburgo (Francia), ammette che non ci riusciva perché aveva paura di seguire la volontà di Dio. Perdere il controllo sulla sua vita le sembrava pericoloso. Fino al giorno in cui, di fronte a una rottura amorosa, ha affidato a Dio la sua situazione disperata.
“Quando Xavier, il mio fidanzato, mi ha detto che voleva rompere il fidanzamento perché amava un'altra persona, la mia vita è crollata. Ero disperata, pensieri oscuri si sono impadroniti di me, volevo solo smettere di vivere. Che senso aveva vivere senza l'uomo della mia vita? Senza colui che amavo, con cui sognavo di sposarmi e volevo formare una famiglia?”
“Ero convinta che nulla potesse tirarmi fuori dalla mia disperazione, ma un giorno, un amico che era molto preoccupato per le mie condizioni mi ha dato un foglietto con la preghiera dell'abbandono del mistico italiano Don Dolindo Ruotolo. Molto breve, ma le sue poche parole hanno risuonato immediatamente in me: 'O Gesù m'abbandono in Te, pensaci tu!'. Mi ci sono aggrappata saldamente, decidendo di compiere un atto di abbandono a Dio e di affidargli la sofferenza che stavo sperimentando”, ha spiegato ad Aleteia.
Negoziato
Dopo qualche settimana di preghiera quotidiana, Priscille ha sperimentato una vera pace interiore. “Ho sentito un'enorme calma interiore che ha preso il posto del mio dolore, ogni giorno un po' di più. Era splendido, quasi magico, al punto che ho cominciato a chiedere sempre di più. Se aveva funzionato così bene, perché non farlo?” Ed è proprio qui, in questo tipo di raziocinio, che può apparire la trappola di “negoziare” con Dio. Ma cos'è la “negoziazione” nella vita spirituale?
Padre Joël Guibert, autore del libro Le secret de la sérénité, rivela i segnali di pericolo. Possono apparire in coloro che raggiungono la serenità con un atteggiamento rilassato, che sarebbe frutto dell'accettazione e della conformità alla volontà di Dio: “Osiamo, soprattutto all'inizio, usare l'abbandono come rimedio per essere zen, una piccola droga per comprare riposo, in sostanza una negoziazione molto sottile che tende a usare Dio come un semplice mezzo per stare bene”, afferma nel libro.
Trappola
In realtà, è una vera trappola per l'unione con la volontà di Dio. Si potrebbe immaginare che il cambiamento verso la fiducia sia facile, una volta che tutto ciò che bisogna fare è lasciare che accada. Quando lo si mette in pratica, però, le cose si complicano. Perché? Perché la resa a Dio è come un pozzo senza fondo. Come spiega padre Guibert, “in ogni tappa della crescita nella resa di se stessi ci afferra una certa vertigine, e non mancano trappole e ostacoli che possono paralizzare il grande salto: quando perdiamo la direzione, il riflesso è aggrapparci a titoli molto umani”.
Ovviamente, voler stare bene non è un peccato, ma usare Dio come un mezzo o una droga per tutti i fini significa semplicemente “abbandonare l'adorazione ed entrare nel campo della magia”. Alla fine, è trattare il patto d'amore con Dio come una relazione utilitaristica”, dice padre Guibert. Chi non ha avuto la tentazione di tendere le mani verso Dio ed esigere che Egli gli donasse la Sua pace a qualsiasi prezzo? Chi non ha provato a negoziare con Lui: “Ti offro il mio sì, ma mi aspetto che in cambio Tu mi dia la Tua pace”?
San Francesco di Sales, “Dottore dell'Amore”, insiste sul fatto che Dio non è un distributore automatico di cose e sensazioni che chiediamo. È un “cuore divino” che aspetta di essere amato liberamente: “La consolazione non è una virtù; dobbiamo cercare non le consolazioni di Dio, ma il Dio delle consolazioni. Rifiutando di accettare una pace anestetizzata, Dio non mostra alcuna durezza nei confronti dell'uomo. Al contrario, cerca di educare nell'amore, perché sappia amarlo: 'Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più' (Mt 6, 33)”.
Piccoli voti di “Sì”
Per San Francesco di Sales, più è saldo il “Sì” dell'uomo a Dio, più libere saranno le mani divine per consolare nel modo che Egli ritiene conveniente. Più il “Sì” dell'uomo è gratuito, meno pregiudicherà il suo rapporto cercando di possederlo per il proprio benessere.
“Sicuramente dobbiamo amare solo Dio, assolutamente. Dall'altro lato, dobbiamo amare poco tutto ciò che non è Dio”.
Concretamente, come possiamo riuscire ad avanzare verso l'unione con la volontà di Dio? San Francesco ci offre questo suggerimento: dire piccoli “Sì”. Al mattino, appena alzati, iniziate a offrirvi a Dio con questa enfasi particolare: siate pronti ad accogliere quello che accadrà durante la giornata. E al di sopra di tutto, vivete in una logica del “Sì” alla volontà di Dio.