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Vittima e carnefice insieme alla Via Crucis – L’Ucraina, sintomo della sconfitta del cristianesimo – & altro…

Mariupol, città completamente distrutta durante la guerra in Ucraina. Al suo interno sono morte sotto le bombe centinaia di persone.

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i.Media per Aleteia - pubblicato il 14/04/22
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Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori

Giovedì, 14 aprile

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    1. Vittima e carnefice insieme: lo scandalo della pace alla Via Crucis

    Due donne, Albina e Irina, una russa, l'altra ucraina, porteranno la croce il Venerdì Santo al Colosseo. Un'immagine che ha suscitato scandalo negli ultimi giorni, ma difesa da padre Antonio Spadaro, gesuita direttore de La Civiltà Cattolica e vicino a Papa Francesco. “Non è la prima volta che l'aggressore e l'aggredito sono immersi da Francesco nella stessa preghiera ”, sottolinea riferendosi alla consacrazione di Ucraina e Russia al Cuore Immacolato di Maria il 25 marzo. Il Pontefice argentino “non un politico: è un pastore”, insiste. Queste due amiche che la guerra ha reso nemiche “non diranno una sola parola. Neanche una richiesta di perdono o cose del genere. Niente”. Saranno solo “sotto la Croce nel portarla. Scandalosamente insieme”. Per padre Spadaro, “sarà un segno profetico mentre le tenebre sono fitte”. “È terribile e scandaloso. Ma questo è predicare il Vangelo di Cristo”.

    Il manifesto, italiano

    2. Ucraina: sintomo della sconfitta del cristianesimo, secondo Andrea Riccardi

    In una lunga intervista al sito web cattolico spagnolo Religión Digital, il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, commenta il conflitto in Ucraina come una guerra “fratricida” che suona come una sconfitta del cristianesimo. “In Europa si è diffuso il nazionalismo, che in ogni Paese ha caratteristiche diverse, ma che fa sempre percepire l'altro come un usurpatore e se stessi come vittime”, lamenta. Il docente di Storia analizza questo fallimento come parte del più diffuso declino della cristianità, che vede simbolicamente rappresentato dall'incendio di Notre-Dame a Parigi nel 2019. Oggi, sostiene, la crisi viene da “dentro”, perché il mondo è “meno anticristiano che in passato”. Per lui, è un segno che la Chiesa deve “ripensare profondamente se stessa”, diventando più inclusiva, sinodale e di supporto.

    Religion Digital, spagnolo

    3. La Settimana Santa in Iraq, segno del fatto che i cristiani stanno lentamente tornando a casa

    Quest'anno la celebrazione della Domenica delle Palme ha assunto un significato speciale in Iraq, soprattutto nella città cristiana di Qaraqosh, dove migliaia di persone hanno potuto prendere parte alla processione. Ci si aspetta che anche i riti del Triduo Pasquale attirino ampie folle in altri villaggi cristiani della Piana di Ninive, occupata dal Daesh dal 2014 al 2017. Intervistato da Crux, il sacerdote iracheno Naim Shoshandy, che attualmente risiede in Spagna, spiega di aver dovuto fuggire dal Paese durante la campagna terroristica, dopo che suo fratello era stato assassinato. “Porto nel cuore la sofferenza, sono nato in guerra. Ma ringrazio Dio, perché quello che abbiamo visto domenica ci mostra che il cristianesimo è vivo in Iraq, e non solo a Qaraqosh, ma in tutta la Piana di Ninive, a Mosul, a Baghdad”, spiega, vedendo questa rinascita della fede cristiana come un frutto della visita di Papa Francesco al Paese nel 2021.

    Crux, inglese

    4. Il salesiano più anziano del mondo muore a San Paolo 

    “È con grande tristezza che annuncio la morte del nostro caro fratello padre Ladislau Klinicki. Dio gli doni la ricompensa del servo fedele”. Così padre José Adilson Morgado, direttore della Comunità Salesiana di Santa Terezinha di San Paolo, ha annunciato la morte del salesiano più anziano del mondo. Padre Ladislau Klinicki, nato a Kursk, all'epoca nell'Impero Russo, nel 1914, è morto a 107 anni. Era stato ordinato sacerdote a Varsavia nel 1943. Nelle sue memorie, raccontava del suo arresto a Roma quando la città venne occupata dai nazisti e lui si trovava in una casa salesiana. Dopo vari interrogatori e grazie alla misericordia di Dio, i Tedeschi giunsero alla conclusione che le accuse nei suoi confronti erano false. Era arrivato in Brasile nel 1968, e dopo aver ricoperto varie posizioni in diverse chiese e istituzioni religiose era andato a vivere nella Comunità di Santa Terezinha nel 1990, a 76 anni. Guidato dal potere della misericordia divina, ha sempre detto “Gesù, confido in Te”.

    Vatican News, portoghese

    5. L'arcivescovo di Canterbury sostiene la rimozione del memoriale al mercante di schiavi al Jesus College dell'Università di Cambridge

    Il leader della Chiesa Anglicana, l'arcivescovo di Canterbury Justin Welby, è intervenuto per la seconda volta su un contestato memoriale nella cappella del Jesus College dell'Università di Cambridge. “I memoriali ai mercanti di schiavi non appartengono ai luoghi di adorazione”, ha affermato Welby, commentando la battaglia legale su una targa in memoria di Tobias Rustat, un benefattore del XVII secolo che investiva nel commercio degli schiavi. Secondo The Guardian, l'arcivescovo “ha offerto il suo inequivocabile sostegno a chi ne chiede la rimozione, e ha suggerito che la Chiesa d'Inghilterra aveva ancora una lunga strada da compiere nel suo percorso verso la giustizia razziale”. Il Jesus College ha sottoposto una petizione alla diocesi locale chiedendo la rimozione della targa dalla cappella, sostenendo che la sua presenza stava avendo un impatto negativo sulla missione e sul ministero della chiesa. Il mese scorso, tuttavia, un tribunale ecclesiale ha respinto la petizione ritenendola basata su una “falsa narrativa”. All'inizio di quest'anno, Welby aveva già chiesto perché fosse così complicato rimuovere la targa.

    The Guardian, inglese

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