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Il vescovo di Kiev: decine di ucraini torturati in chiesa dall’esercito russo

Cerkiew Opieki Matki Bożej w Hostomelu
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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 12/04/22
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Le violenze sono avvenute nella regione di Chernihiv, e precisamente nel villaggio di Lukashivka

La denuncia è fortissima, senza precedenti: militari e civili ucraina torturati in una chiesa ortodossa. E' l'ultima atrocità dell'esercito russo, che ha profanato persino un luogo sacro per mettere in piedi il suo orrore, sostiene l'arcivescovo maggiore di Kyiv, Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina. Mons. Shevchuk ha reso visita alle città di Bucha, Irpin e Gostomel liberate dall'occupazione russa. 

SVIATOSLAV

Le parole del vescovo di Kiev

«In questi giorni in Ucraina - afferma l’arcivescovo maggiore di Kyiv - sono stati scoperti terribili crimini commessi dagli occupanti. E proprio domenica vorrei ricordare una circostanza che ha sconvolto tutti i credenti. Nella regione di Chernihiv, e precisamente nel villaggio Lukashivka, nella chiesa ortodossa dell’Ascensione del Signore - monumento di architettura - gli occupanti hanno dislocato la loro sede, profanando la chiesa ortodossa. Vi hanno interrogato e torturato le persone» (Famiglia Cristiana, 11 aprile).

Il salmo 20 tra le macerie del villaggio liberato

L’Ansa (12 aprile) si è recato nel villaggio ucraino delle torture in chiesa, Lukashivka. «Il Signore ti risponda nel giorno dell'avversità e ti tragga in salvo. Quelli si piegano e cadono, ma noi restiamo in piedi e siamo saldi». Davanti alla gente del villaggio di Lukashivka, il pastore legge sulla strada sterrata il salmo 20 della Bibbia, che suona a metà tra una preghiera e un inno di battaglia. Subito dopo i fedeli, per diversi minuti sotto la pioggia con le mani conserte e i piedi nel fango, si lanciano sulle buste di pane e alimenti che arrivano da un furgone. Alle loro spalle ci sono le macerie della chiesa dell'Ascensione, diventata per oltre un mese il quartier generale dei soldati russi.

Un mese di occupazione

E' una scena che si ripete tutti i giorni, dice l’Ansa, da poco più di una settimana, da quando le milizie di Putin si sono ritirate sotto i colpi dell'artiglieria ucraina. Per oltre un mese in quella chiesa e nei dintorni il paesino è stato trasformato nel fortino di miliziani del battaglione dell'estremo oriente russo: anche qui hanno torturato, ucciso e fatto razzie di tutto quello che potevano, come ha denunciato l'arcivescovo maggiore di Kiev.

 

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