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Il bacio di Giuda è segno della terribile grandezza della nostra libertà

MONETE, TRADIMENTO, GIUDA
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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 12/04/22
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Colui che tradirà Gesù è l'unico che si prepara, perversamente, alla Pasqua. Lo fa secondo fallaci calcoli di vantaggio umano e si ritroverà disperato. Fino all'ultimo Cristo tenta di conquistarlo alla Grazia, ma non può nulla contro la sua, la nostra, libertà.

Vangelo di Mercoledì 13 Aprile, Settimana Santa

Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
 Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?».  Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli».  I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà». Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».

(Matteo 26,14-25)

«Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?». Il Vangelo di oggi ci ricorda che la Pasqua va preparata come ogni cosa che conta nella vita. È importante ricordarci questa verità di fondo: le cose importanti non si improvvisano. Il dolore come la gioia, la fede come l’amore necessitano di preparazione.

Lavorare ogni giorno su noi stessi non serve a convincere Dio ad amarci, questo ci è dato già in maniera preventiva, ma serve a non sprecare ciò che la vita ci riserva. Paradossalmente l’unico che si è preparato a quelle ultime strane ore della vita di Gesù è Giuda, perché è l’unico che ha pianificato come consegnarlo.

Egli rappresenta il contrario della vita spirituale, e cioè la pianificazione umana, dove ognuno pensa furbescamente di tenere in mano le redini delle situazioni fino al punto da condurle dove si vuole.

Avere l’illusione di controllare la vita ci conduce inesorabilmente alla delusione di Giuda, perché prima o poi ci accorgiamo che la vita è sempre più grande delle nostre pianificazioni. Ma fino ad allora viviamo pensando di essere più furbi degli altri. Servirà a poco l’intimità che Gesù costruisce con Giuda (intinge il boccone nello stesso piatto con Giuda).

Quando si ha il cuore in quelle condizioni diventa blasfemo ogni gesto, seppur sacro. Ma deve colpirci il costante tentativo di Gesù di provarci e riprovarci. Infatti lascerà che sia proprio Giuda l’ultimo a poterlo baciare. Poi però rimane la sua libertà, come la nostra. Non siamo salvati senza la nostra libertà messa in gioco. 

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