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La lettera di un bambino ucraino alla mamma morta: “Ci vedremo in paradiso”

MAMMA, FIGLIO, BAMBINO,
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Silvia Lucchetti - pubblicato il 11/04/22
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Anatoly e sua mamma Galyna fuggivano insieme in macchina dalla città di Homostel quando sono stati attaccati. Lei è morta, lui è stato messo in salvo. In una lettera le scrive: "Spero che tu sia felice in cielo"

Ieri sera, dopo aver messo i figli a dormire, ho passato il cellulare a mio marito e gli ho detto indicando con il dito: "leggi". Era la lettera che Anatoly, un bambino ucraino, ha scritto alla sua mamma uccisa mentre tentava di fuggire da Hostomel, pochi chilometri a nord di Kiev. (Corriere

La lettera di Anatoly alla mamma morta mentre fuggivano dalla guerra

Quando i militari russi hanno aperto il fuoco sulla loro macchina purtroppo per la donna, si chiamava Galyna, non c'è stato scampo. Mentre Anatoly, soprannominato Tolya, è stato soccorso e portato in salvo. Nella tragedia almeno una buona notizia. La mamma avrà espresso in quei momenti concitati e pieni di paura un'unica preghiera: ti supplico prendi me, salva lui.

La lettera che Anatoly ha scritto a sua madre mi ha stupito per la profondità. Solo i piccoli sanno andare così sinceramente al punto, centrano il bersaglio in maniera sorprendente.

La speranza e la certezza di Anatoly

Poche parole, quelle necessarie, che ci ricordano che esiste il Paradiso, che incontreremo i nostri cari lì, che l'amore vissuto e donato non finisce ma lo ritroveremo intatto e compiuto nella vita eterna, libero dalle catene del male e del peccato.

La calligrafia precisa e ben delineata, nessuna correzione, tanti punti esclamativi. Chissà in questi 9 anni insieme quanti lavoretti, disegni, biglietti, avrà confezionato Anatoly per la sua mamma. Opere d'arte buffe, comiche, commoventi. E poi questa lettera che sembra un addio ma non lo è.

La lettera di Anatoly: "Ci vedremo in Paradiso"

La Pasqua nel cuore

Un testo senza disegni, ma le frasi è come se ne tratteggiassero uno. Perché in lui, seppur nella sofferenza della morte, rimane viva una speranza, anzi, una certezza: la morte non è la fine perché c'è il cielo! Questo è avere la Pasqua nel cuore.

Come ha detto una volta Chiara Bertoglio (pianista e scrittrice):

La mia Domenica delle Palme

Dopo aver letto queste parole, scritte a mano su un'agendina, ho ripercorso nella mente la Domenica delle Palme vissuta con la mia famiglia: processione e celebrazione eucaristica all'aperto, i ramoscelli d'ulivo, il pranzo dai nonni, il pomeriggio al parco accanto alla Basilica di San Giovanni in Laterano.

Poi ho ricordato un particolare. La mattina a colazione la nostra primogenita aveva raccontato: "Papà lo sai che ho sognato due farfalle viola e un po' rosse, mamma correva e ne prendeva una".

Farfalle

Che anche Anatoly possa presto dimenticare l'incubo della guerra e sognare tante farfalle colorate, e la sua mamma che le rincorre per acciuffarne al volo una!

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