Vangelo di Martedì 12 Aprile, Settimana Santa
Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse.
Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Di', chi è colui a cui si riferisce?». Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò».
E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto». Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.
Quand'egli fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire.
Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».
(Giovanni 13,21-33.36-38)
Gli occhi pieni di lacrime di Gesù ci ricordano che la sua testimonianza non è quella di un eroe solitario, senza paura e senza crisi che affronta la parte più decisiva della sua vita mostrando superpoteri ignoti agli umani.
Gesù è profondamente uomo. E la sua divinità è scandalosamente dentro proprio a un’umanità così pronunciata. Prima di ricevere sputi, insulti, frustrate, chiodi e morte, Gesù è ferito dai suoi, da coloro che più di tutti gli altri gli avevano dichiarato un bene e avevano promesso di stargli accanto sempre.
Importa poco sapere il nome del traditore, perché ognuno è Giuda in quella notte poiché anche scappare è un tradimento. “Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte»”.
Sappiamo però che la fatica che facciamo a stargli accanto non è per sempre. La vita cristiana è imparare un po’ alla volta a non scappare più, a non tradire, a non rinnegare.
C’è però una cosa che può impedire la Grazia ed è la decisione di chiudersi al perdono. Ci sarà una seconda possibilità per tutti loro, ma solo Giuda sarà fuori da questa possibilità perché non si lascia raggiungere dal perdono di Gesù.