Vangelo di Lunedì 11 Aprile (S. Gemma Galgani), Settimana Santa
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
(Giovanni 12,1-11)
Il lunedì santo inizia in un luogo significativo: Betania. È il villaggio dove si trovava la casa di Marta, Maria e Lazzaro, gli amici di Gesù. Sembra che il Vangelo voglia suggerirci che le ore della passione possono iniziare solo a partire dalla forza dell’abbraccio degli amici.
Dovrebbe farci riflettere molto sapere che Gesù aveva amici, e si faceva bisognoso di essi. Il Vangelo di Giovanni ci suggerisce che quest’amicizia non è mera comitiva, ma qualcosa che cambia la vita a tutti.
Marta è meno compulsiva nel suo fare, Maria più coraggiosa nel suo amore, Lazzaro meno morto del solito. Può farci sorridere ma è esattamente la conversione che tocca tutte e tre questi fratelli:
L’amicizia è un bene gratuito (e per questo incomprensibile alla mentalità utilitaristica di Giuda) che ha come scopo quello di farci diventare sempre più noi stessi. Gesù si appropria in maniera definitiva della sua missione passando dalla casa di questi amici. Non c'è Pasqua senza amici così.