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Saint Javelin: il meme virale di una Madonna con un lanciamissili

Saint-Javelin-by-Christian-Borys
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Annalisa Teggi - pubblicato il 05/04/22
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L'immagine di una Madonna 'armata' usata come gadget per raccogliere fondi per gli orfani di guerra ucraini: 1 milione di dollari raccolti.

È diventato virale il meme di una Madonna, vestita di verde e un'aureola coi colori ucraini, che tiene in mano un Javelin. Si tratta di un lanciamissili anticarro portatile, usato dalla resistenza ucraina per abbattere i tank russi. Una provocazione? Riduttivo definirlo così. Dietro c'è una strategia commerciale a servizio di un'opera di beneficienza: i fondi raccolti dalla vendita del merchandising di quest'immagine ammontano a più di 1 milione di dollari canadesi e saranno devoluti per gli orfani di guerra ucraini.

Ma il fine giustifica i mezzi? Si può ab-usare di tutto per una buona causa? E qual è la vera arma del Cielo dentro una guerra?

Combattere la guerra con l'arte

Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina abbiamo visto musicisti esibirsi nei rifugi delle città bombardate, artisti internazionali dare vita a eventi per finanziare l'opera di enti umanitari. L'arte è uno strumento di pace, essendo una forma di comunicazione che oltrepassa le barriere e fa fiorire incontri, attraverso i linguaggi universali di immagini e musica.

Anche l'opera di Bansky CND Soldiers è stata messa all'asta per raccogliere proventi per l'ospedale pediatrico di Kiev. Ed è un'immagine davvero potente, due soldati il cui attacco più sovversivo è quello di dipingere in rosso il simbolo della pace.

Il colori parlano, le pose e gli sguardi parlano. Qui il rosso che evoca il sangue è associato alla pace, ed è un paradosso eloquente. Il soldato non usa l'arma che ha sulle spalle ma il pennello, altra sintesi efficace sulla libertà che guida i nostri gesti.

Molto diverso è il paradosso, o meglio la provocazione, dell'immagine nota come Saint Javelin, che il marketer e giornalista canadese Christian Borys ha realizzato poco prima dell'invasione russa dell'Ucraina. La guerra era nell'aria e il suo tempismo è stato - commercialmente - perfetto. Quello che vediamo è una Madonna, rappresentata secondo lo stile delle icone russe ed è vestita di verde, colore che - sempre nell'Ortodossia russa - simboleggia la vita eterna e la presenza dello Spirito Santo. Stringe tra le mani un lanciamissili anticarro, il Javelin che è diventato l'arma simbolo della resistenza ucraina. Non solo: è un'arma di origine statunitense, fa parte delle dotazioni occidentali date al paese di Zelensky per difendersi dai tank russi.

Bansky ha disarmato un soldato. Borys ha armato una Madonna. In certi casi non vale la regola sull'invertire i fattori. Il risultato cambia, si stravolge. L'idea vorrebbe essere quella di una Madonna che sostiene il diritto degli ucraini alla difesa, ma di fronte agli occhi abbiamo un'immagine che tradisce l'idea di pace di cui - da sempre - Maria è custode.

Non è la prima volta. Borys, infatti, dichiara apertamente il suo modello:

L' Ak-47 di Shaw è stato sostituito dal Javelin, e nel giro di pochi giorni l'immagine di Christian Borys è diventata virale. Ennesimo segno della fragilità contemporanea, incapace di riconoscere (e incurante di tradire) la vera forza rivoluzionaria che è un'icona mariana. Si aggiunge un'arma, si deruba il soggetto della sua vera forza salvifica.

Per gli orfani di guerra

Lo scopo dei gadget creati da Borys con l'immagine della Madonna armata di Javelin è intermente benefico.

Residente a Toronto, Christian Borys, 35 anni, non è estraneo all'Ucraina e al suo popolo.

Si è dato da fare, dunque. Ispirato dalla Madonna Kalashnikov di Shaw ha prodotto adesivi e altri generi di merchandaising con l'immagine di Saint Javelin. L'ipotesi era quella di raccogliere qualche centinaio di dollari canadesi da devolvere agli orfani di guerra in Ucraina, attraverso l'organizzazione Help Us Help Charity. Il progetto ha visto la luce qualche giorno prima dell'esplosione della guerra. Il 24 febbraio, primo giorno dell'invasione russa, Borys ha ricevuto ordini per un'ammontare di 45 mila dollari canadesi, e due giorni dopo la cifra è aumentata fino a 170 mila. Il 16 marzo Borys ha dichiarato che l'ammontare dei fondi raccolti ha superato la soglia del 1 milione di dollari, che saranno interamente devoluti all'ente benefico con cui collabora.

Disarmati davanti a Maria

URKRAIN CONFLICT

Ha ragione, sul fatto che il disastro di una guerra non finisce quando cessa il conflitto. Ci saranno lunghi e complessi decenni di ricostruzione. Affrontare questo scenario armati solo di ipotesi affaristiche non darà speranza a un'umanità prostrata. Il vero uomo che non sta con le mani in mano è quello che mette le sue mani a servizio della provvidenza di Dio. E introdurre Dio e Maria nel contesto umano - anche solo come immagini - significa sempre fare i conti con una logica opposta alla visione business-oriented del mondo.

Così il Papa ha messo sotto il manto di Maria questo tempo dilaniato dalla guerra. Questa è la misura dirompente che s'introduce quando s'implora Maria. Anche l'aiuto alle vittime non è un business furbo, ma una mossa che parte dal bisogno che il nostro cuore per primo sia cambiato dalla misericordia.

Maria non imbraccia armi, ma tiene in braccio suo Figlio. Ci mostra - vero segno di scandalo - un innocente che patisce per la salvezza di tutti. Solo questa follia disarma (toglie, letteralmente, le armi di mano) ciascuno di noi, prima ancora del cattivo di turno.

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