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Hitchens pensò alla conversione, la testimonianza degli amici

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Unione Cristiani Cattolici Razionali - pubblicato il 05/04/22
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Nella fase terminale della vita, il saggista Christopher Hitchens cambiò e contemplò seriamente la conversione cristiana (che però non avvenne). Lo racconta l’amico Larry Taunton, confermato dal teologo Douglas Wilson e dal fratello Peter Hitchens.

Qualcuno ricorderà Christopher Hitchens, saggista britannico e uno dei cosiddetti “cavalieri dell’ateismo”.

Per quasi dieci anni si unì alla agguerrita truppa di intellettuali, capitanati da Richard Dawkins, cercando di diffondere nel mondo una radicale forma di anti-teologia scientifica a suon di documentari, articoli, blog e libri.

Gli argomenti “forti” di Hitchens erano che il declino del cristianesimo avrebbe «migliorato radicalmente la civiltà moderna» e che i regimi regimi totalitari di Hitler e Stalin sarebbero stati “religiosi” proprio perché totalitari, ovvero avrebbero rispecchiato quel che lui riteneva fosse la religione: controllo totale della vita delle persone e sottomissione radicale ad un leader.

Le frasi di Hitchens contro Dio ed il fratello cristiano.

Ovviamente Hitchens non ci capì mai nulla ed il primo a dirglielo fu suo fratello Peter, un ex ateo che però ha sperimentato l’incontro cristiano e si è convertito, capendo l’errore della predicazione del fratello: la religione non era il veleno che lui predicava.

Dopo che Christopher scrisse il suo celebre “Dio non è grande. Come la religione avvelena ogni cosa” (Einaudi 2007), il fratello Peter rispose con il libro “La rabbia contro Dio. Come l’ateismo mi ha portato alla fede” (Continuum 2011), raccontando che fu proprio il disprezzo di suo fratello e degli atei militanti verso chi ha fede a mettere in dubbio le sue certezze, aprendo la ragione alla possibilità del Mistero.

Bisogna ammettere però che Hitchens era un libero pensatore, lo si capì quando affrontò l’odio mediatico pur di opporsi all‘abortoschierandosi contro il voto di Margaret Thatcher a favore della legalizzazione. Difese spesso la posizione pro-life nei dibattiti pubblici e paragonò l’interruzione di gravidanza alla schiavitù.

La morte di Hitchens e gli insulti di Giorello e Odifreddi.

Il 15 dicembre 2011 Christopher Hitchens morì dopo una lunga malattia dovuta al cancro all’esofago, era notoriamente un edonista, alcolizzato e fumatore incallito.

Il matematico italiano Piergiorgio Odifreddi (invidioso per la strabiliante carriera del suo "correligionario" inglese) pubblicò quel giorno un post di insulti verso Hitchens, definendolo un «violento ed irrazionale fondamentalista reazionario».

Anche il laicissimo Giulio Giorello non ebbe parole di cristiana umanità verso Hitchens, ironizzando sul fatto che «ora tocca al Signore dichiarare che infine è proprio Hitchens a non essere così grande» e rimarcando che somigliasse «lui stesso un fondamentalista dell’ateismo».

I cristiani, invece, nonostante fossero da sempre vittime dei suoi improperi, lo supportarono a lungo e pregarono per lui. Hitchens lo sapeva e disse«Devo dire che ci sono persone estremamente buone che hanno dichiarato che pregano per me. Posso solo dire che io sono toccato da questo pensiero».

Hitchens e la conversione: l’amico Larry Taunton

Non deve stupire questo addolcimento di Hitchens nell’ultimo periodo della sua tormentata vita, tra i suoi amici più stretti annoverava molti cristiani.

Nel 2016 l’editorialista cristiano Larry Taunton raccontò in un libro la sua amicizia con Hitchens, facendo infuriare la comunità ateista.

Tauton non solo dibatté pubblicamente con Hitchens ma ne divenne amico e lo accompagnò in numerosi viaggi nei quali conversarono fittamente e quanto racconta Taunton contraddice le dichiarazioni pubbliche di disprezzo di Hitchens per i cristiani.

«Christopher ed io siamo andati subito d’accordo, ci piacevamo»ha raccontato nel decimo anniversario della morte dello scrittore britannico. Dopo l’ennesima notte che rientrava ubriaco a casa, ricorda anche di averlo aiutato a mettersi a letto.

Larry Taunton non ha mai affermato che Hitchens si sia convertito sul letto di morte ma racconta un notevole cambio di atteggiamento dopo la diagnosi di cancro, che sapeva essere una condanna a morte. La questione di Dio divenne improvvisamente più pressante e le discussioni assunsero un tono più serio.

Un pomeriggio, mentre commentavano alcuni passi della Bibbia insieme viaggiando nella Valle dello Shenandoah, Hitchens smise improvvisamente di leggere e iniziò a citare a memoria Giovanni 11,25-26 («Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?».

«E’ un grande verso», commentò stupito Taunton. «Sì, anche Dickens la pensava così», rispose Hitchens. E poi, togliendosi gli occhiali da lettura e girandosi verso l’amico, chiese: «Credi tu questo, Larry Taunton?». Il suo sarcasmo era evidente, ricorda oggi Taunton, ma mancava della sua forza consueta.

«Si, io lo credo. Ma sapevi già che ti avrei risposto così. La domanda è: “Ci credi tu”, Christopher Hitchens?». Cercando una risposta intelligente, Hitchens esitò e con trasparenza disse: «Ammetto che non è una questione senza appello per un moribondo».

Nell’ultima fase della sua vita, quelle di Hitchens non erano più battute intellettuali. 

«C’era un senso di urgenza con lui. Christopher stava riflettendo profondamente sulla questione di Dio e che Egli ci avrebbe giudicato nella prossima vita. Viaggiammo spesso dopo la sua diagnosi, ad esempio dalla sua casa a Washington a casa mia a Birmingham, in Alabama, a 751 miglia di distanza e con 13 ore di macchina».

Se la conversione non avvenne, certamente rivelò di non credere più alla sua stessa affermazione, spesso ripetuta, secondo cui il cristianesimo «non può essere creduto da una persona pensante».

Non c’è nessuna intenzione in Taunton di rivendicare una conversione postuma di Hitchens, però «l’ha contemplata, e mi baso su ciò che ho visto. Ma gli atei hanno bisogno di Hitchens come una sorta di dio, l’uomo che ha dato loro coraggio e rafforzato la loro fede guardando l’eternità in faccia e dicendo che non avrebbe ceduto».

Hitchens e Dio, la conferma del teologo Douglas Wilson

Hitchens ebbe anche l’occasione di dibattere pubblicamente con il teologo evangelico Douglas Wilson, con il quale scrisse anche un libro e parteciparono assieme al documentario Collision nel 2009, raccontando dei loro viaggi insieme.

Dopo la pubblicazione del libro di Taunton, ha confermato di aver anch’egli avuto conversazioni simili con Hitchens.

Wilson sostenne che Hitchens non odiava i cristiani, odiava gli ipocriti«Christopher sarebbe stato un ottimo puritano!».

Quando qualche giornalista gli chiedeva se avesse avuto qualche ripensamento su Dio, la risposta di Hitchens non era un semplice “no, nessun ripensamento”. Douglas Wilson spiega, invece, che «lui rispondeva che se Christopher Hitchens avesse gridato a Dio sul letto di morte, allora potevamo essere certi che il cancro era arrivato al cervello. Stava dicendo che se questo sarebbe accaduto, quella era la storia i suoi fan avrebbero dovuto usare».

«Lo diceva perché era preoccupato», spiega Wilson. «Non c’è motivo di dire questo genere di cose a meno che tu non sia preoccupato di poter deludere la squadra di casa: aveva preparato una storia in anticipo. Non sto affermando che Cristopher abbia gridato a Dio, sostengo che era preoccupato che l’avrebbe potuto fare».

Nel 2011 anche su UCCR avevamo ripreso alcune sorprendenti frasi di Hitchens a favore della Bibbia, allora non potevamo sapere che erano parte di un profondo cambiamento interiore del celebre scrittore.

La moglie di Hitchens, Carol Blue, chiese al fratello (cristiano) Peter di leggere il brano di Filippesi 4,8 al funerale, lo stesso che Cristopher lesse al funerale del padre, 25 anni prima.

Il fratello Peter ha spiegato che «il motivo per cui le mura di Christopher erano così pesantemente armate era che se mai si fossero superate quelle mura, non c’erano difese da lì al centro della città».

Christopher Hitchens è ricordato dagli empi come un uomo che odiava veramente i cristiani e voleva distruggere completamente il cristianesimo. In pubblico, davanti ai suoi ammiratori, mantenne quella posizione.

Ma, come sempre è stato nel caso di Christopher Hitchens, c’è qualcosa in più da dire in questa storia.

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